Ventidue convocati del Benetton Treviso e nove esordienti per la prima volta nel Sei Nazioni del tecnico neozelandese Kieran Crowley. Assenti Polledri, Riccioni e Minozzi, si prova a recuperare per la seconda parte il veterano Sergio Parisse, arrivato al passo d’addio dalla maglia azzurra
Sarà indubbiamente un torneo Sei Nazioni di scoperta e pieno di difficoltà quello che sta per scattare per l’Italia guidata per la prima volta nella manifestazione dal neozelandese Kieran Crowley. L’All Black numero 848 ha un pedigree di tutto rispetto, ma ancora poca conoscenza della nazionale azzurra, vista sinora soltanto nei tre test autunnali, chiusi con le sconfitte contro Nuova Zelanda e Argentina e il ritorno all’agognata vittoria contro l’Uruguay. Già alla guida della nazionale canadese, da giocatore ha indossato per 19 volte la maglia della Nuova Zelanda e vanta il record di presenze con Taranaki, ma anche un’apparizione nostrana tra il 1982 e il 1984 a Parma. È l’ultimo arrivato tra i tecnici della kermesse, essendo stato annunciato alla guida dell’Italia soltanto lo scorso maggio dopo cinque anni con il Benetton Treviso, culminati con la conquista del primo titolo internazionale: la Rainbow Cup, vinta a Monigo contro i Bulls sudafricani.
Si va verso un’ItalTreviso
Tra relativa cognizione del nuovo ambiente e dimestichezza con il XV della Marca sarà pertanto inevitabilmente un’ItalTreviso. Negli ultimi giorni, con le chiamate del pilone di origini moldave Ion Neculai (classe 2001, in forza alle Zebre), dell’estremo Ange Capuozzo (1999, Grenoble) e del centro Enrico Lucchin (1995, Zebre) e contestualmente con il rientro al club del pilone del Brive Pietro Ceccarelli, è salito ad un totale di 34, con ben 9 esordienti, il numero dei convocati, di cui ben 22 in forza proprio al Benetton Treviso. In alcuni ruoli, tallonatori e terze linee, la copertura è addirittura totalmente a caratura biancoverde. Senza contare che lo stesso Capuozzo e il mediano Stephen Varney sembrerebbero interessare proprio in Ghirada, da dove sono altrettanto fuoriusciti all’estero di recente altri due dei convocati, Paolo Garbisi e Marco Fuser. Quest’ultimo è anche l’ultimo reduce di vittorie, per così dire, della spedizione azzurra: l’unico rimasto in campo dell’ultimo successo contro la Scozia del 2015, mentre il resto del gruppo deve ancora assaporare il gusto della vittoria al Sei Nazioni.
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Tante assenze illustri fra gli azzurri
C’è da vendicare la prova della scorsa stagione, con i 239 punti che rappresentano il record negativo nel torneo. Mancherà ancora il talismano e veterano Sergio Parisse, capitano di lungo corso, i cui gradi sono passati, dopo la parentesi Luca Bigi (assente causa infortunio) sulle spalle del giovane predestinato Michele Lamaro, figlio d’arte a livello sportivo – il papà è stato due volte olimpionico di vela – e già skipper a sua volta nelle nazionali giovanili. Per Parisse comunque rimane aperta la porta per un’ultima chiamata, avendo già annunciato il suo ritiro a fine stagione, per chiudere salutando il proprio pubblico nella seconda parte del torneo se supererà a pieno dall’infortunio alla mano e messo più minutaggio con la maglia del Tolone. Certe pure le pesanti assenze degli infortunati Jake Polledri e Marco Riccioni; e quella del giovane talentuoso Matteo Minozzi.
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Le opzioni di formazione
Tra i piloni, così, potrebbe ricostituirsi la coppia zebrata Fischetti-Zilocchi, mentre tra i tallonatori il ballottaggio Faiva-Lucchesi dovrebbe vedere quest’ultimo leggermente avanti. In seconda linea, Crowley dovrebbe sfruttare la fisicità di Cannone e affiancargli o un giocatore altrettanto fisico come Sisi o Fuser o uno più di movimento come Ruzza. Ancor di più gli scenari possibili in terza linea, tra la volontà di mantenere l’esperienza internazionale consolidata di Steyn e Negri e la voglia di provare la freschezza degli esordienti Zuliani e Halafihi, con quest’ultimo che verosimilmente verrebbe schierato a numero 8, riproponendo capitan Lamaro come flanker. A meno di sorprese la linea dei trequarti dovrebbe, invece, vedere in cabina di regia la coppia Varney-Garbisi, con Zanon – subentrato all’infortunato Morisi (problema al polpaccio sinistro) – ai centri con Brex e il triangolo allargato formato da Mori e Ioane alle ali più Padovani come estremo.