Sei Nazioni, Italia a 0 punti contro l'Inghilterra: i precedenti

Rugby

di Andrea Gardina

©Getty

Solo contro l’Irlanda la nazionale azzurra di rugby è sempre andata a segno, mentre la sconfitta con l’Inghilterra è la quinta partita terminata senza marcare nel torneo Sei Nazioni. La prima nel 2004 contro la Francia, unica nell’era pre-celtica. Le ultime prima di ieri contro Scozia e Galles

Quella di ieri a Roma contro l’Inghilterra è stata una sconfitta che ha riportato il nostro rugby indietro di diciotto anni, in una palla ovale nettamente evoluta ma dove ancora l’Italia fatica, e il primo ad ammettere i problemi è stato il commissario tecnico Kieran Crowley, che in conferenza stampa ha chiaramente sottolineato come in certe situazioni altre squadre segnino e invece i nostri facciano fatica. Si tratta in assoluto della quinta sconfitta senza segnare alcun punto nel torneo Sei Nazioni: aspetto quest’ultimo che lascia non poca amarezza e frustrazione, come sottolineato pure dal capitano Michele Lamaro, e che è il segno inequivocabile, in uno sport di combattimento per eccellenza, della resa incondizionata senza l’onore delle armi. Un solo precedente, poi, nel 2004 è arrivato in epoca pre-celtica, per così dire, prima cioè dell’ingresso allora di Benetton Treviso e Aironi in Magners League, competizione poi più volte modificata e oggi denominata United Rugby Championship. Con quattro sconfitte senza segnare punti arrivate dopo aver adottato il sistema delle franchigie, si rischia di dar adito a chi non sostiene tale meccanismo reputandolo uno spreco di risorse a detrimento del campionato nazionale. Altrettanto vero è che il rugby è profondamente cambiato da allora e che l’Italia non sempre ha saputo cogliere queste variazioni e così mentre le altre nazioni facevano e fanno passi da giganti, forti di un sistema, un seguito complessivo e uno sviluppo ben più significativi, gli Azzurri sono sempre stati costretti a rincorrere.

La prima volta nel 2004 contro la Francia del Grande Slam

La prima sconfitta a zero arrivò allo Stade de France il 21 febbraio 2004 per l’Italia allenata dal neozelandese John Kirwan e capitanata dal “nostro” Andrea De Rossi. Una Francia non particolarmente pimpante e a tratti persino un po’ supponente marcò con l’estremo Pepito Elhorga e con la doppietta del numero 8 di Biarritz, Imanol Harinordoquy. A completare l’opera i punti al piede di Jean-Baptiste Elissalde e Damien Traille per il 25-0 finale che apriva le porte ai transalpini del titolo con tanto di Grande Slam. Bisognerà poi attendere oltre dieci anni quando il 15 marzo 2015 alla quarta giornata, ancora la Francia imporrà all’Italia un netto 0-29 in una brutta partita colma di errori decisa dai calci di Camille Lopez, Scott Spedding, Jules Plisson e rotta, dopo lo 0-9 del primo tempo in favore degli uomini di Philippe Saint-André, dalla meta di Yoann Maestri, mentre quella al centro dei pali di Mathieu Bastareaud arriverà a cose fatte. Quel giorno l’Italia di Jacques Brunel dovette rinunciare prima dell’inizio al mediano di apertura titolare, Kelly Haimona, e pure dopo poco al suo sostituto Tommaso Allan, in una giornata che vide Sergio Parisse raggiungere il record di 112 presenze in azzurro.

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Reduci dall’ultima vittoria con la Scozia

Francia costretta a vincere dopo le sconfitte contro l’Irlanda (vincitrice di quella edizione) e Galles, mentre l’Italia era reduce dalla vittoria del 28 febbraio 19-22 a Murrayfield contro la Scozia. Data da segnare sul calendario dal momento che costituisce ad oggi l’ultimo successo al Sei Nazioni prima della serie negativa di 34 sconfitte consecutive. Le altre due sono poi arrivate con avversari differenti e, considerando l’ultima con l’Inghilterra, soltanto contro l’Irlanda, l’Italia è riuscita sempre a marcareLe ultime prima di ieri, nel 2017 e nel 2020, sono forse però le più umilianti, perché arrivate con l’impressione di non voler davvero lottare.

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Un allenatore che finisce e uno che inizia

Il 18 marzo 2017, si chiudeva un torneo vinto dall’Inghilterra, sconfitta quel giorno a Dublino, con l’Italia di Conor O’Shea sotto ad Edimburgo 29-0, nell’ultima da allenatore della Scozia di Vern Cotter. Mete del man of the match Finn Russell, Matt Scott, Tim Visser e Tommy Seymour. Primo tempo chiuso 15-0 con tre calci malamente sbagliati da Carlo Canna e ripresa con affondi sterili, nonostante la superiorità numerica per il cartellino giallo al capitano del cardo John Barclay e l’unica vera occasione capitata ad Angelo Esposito salvata da Stuart Hogg, con la Scozia che per la prima volta dal 2006 riusciva a conquistare tre successi in una singola edizione del torneo. Infine, il 1 febbraio 2020 alla prima giornata il netto 42-0, con ventuno punti equamente distribuiti per tempo, del Millenium Stadium di Cardiff contro il Galles per la squadra allenata da Franco Smith e capitanata da Luca Bigi. Se contro la Scozia si salutava l’allora allenatore avversario, questa volta la partita coincise con la prima al Sei Nazioni di Wayne Pivac, destinato a portare i Dragoni al trionfo l’anno successivo, e l’affermazione se non la scoperta dell’ala Josh Adams, autore di una tripletta tra cui una meta nata con un passaggio pirotecnico e spettacolare tra le gambe da parte di Dan Biggar, in pieno stile Carlos Spencer. Di George North e Nick Tompkins le altre due mete, con lo stesso Biggar e Leigh Halfpenny ad arrotondare il punteggio tra piazzati e trasformazioni. Insomma corsi e ricorsi storici, sperando che per l’Italia ancora una volta non sia l’anno zero.