6 nazioni femminile 2022: ecco l'Irlanda che sfiderà l'Italia domenica 10 aprile

Rugby

Andrea Gardina

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La prossima avversaria dell’Italia viene da un periodo difficile, tra la delusione dell’ultima Coppa del mondo casalinga e la mancata qualificazione alla prossima in Nuova Zelanda. In autunno lettera di protesta delle giocatrici e intenso dibattito in patria, poi cambio di allenatore e capitano. Si scontrano due squadre a 0 punti e alla ricerca del primo successo nel torneo 2022

Irlanda e Italia saranno prossime avversarie nel match del Musgrave Park di Cork, che chiuderà la terza giornata del Sei Nazioni femminile. Si affronteranno le ultime due squadre in classifica, le uniche ancora ferme a zero. L’Irlanda ha segnato 24 punti, frutto delle tre mete di Crowe, Djougang e Flood nella sconfitta in rimonta alla prima giornata all’RDS di Dublino contro il Galles (19-27) e di quella di Higgins che non è comunque riuscita a rendere meno amara la trasferta a Tolosa, dove all’Ernest Wallon si sono imposte Les Bleues per 40-5, riproponendo tra le altre cose in entrambe le sfide la stessa formazione. L’Italia è, invece, addirittura l’unica squadra a non aver ancora segnato una meta nella kermesse 2022, con i 6 punti contro la Francia (39-6) alla prima giornata arrivati dal piede di Michela Sillari, mentre le Azzurre sono rimaste a zero contro l’Inghilterra alla seconda (0-74). Un torneo, insomma, in salita e che di fatto incomincerà ora per entrambe. A seguire, dopo la sosta nella settimana di Pasqua, l’Italia affronterà sabato 23 la Scozia ancora una volta tra le mura amiche allo Stadio Sergio Lanfranchi di Parma e poi il Galles all’Arms Park di Cardiff sabato 30. L’Irlanda sarà costretta alla dura trasferta inglese al Welford Road di Leicester domenica 24 e chiuderà a tutti gli effetti il Sei Nazioni 2022 con la sfida contro la Scozia al Kingspan Stadium, il vecchio Ravenhill di Belfast.

Delusioni nelle ultime stagioni

Se una vera e propria rivoluzione è quella arrivata nell’ultimo periodo in Galles, molto vicina e simile per modalità è quella dei mesi recenti nell’isola smeraldo. In questi anni sono arrivati prima l’ottavo posto alla Coppa del mondo casalinga del 2017, perdendo lo spareggio di qualificazione diretta all’edizione successiva proprio contro il Galles. L’arrivo di Adam Griggs alla guida delle ragazze, che ha però salutato a novembre dopo i test autunnali e 25 gare, per ricoprire un nuovo incarico con la provincia del Leinster. Nel 2019, il quinto posto finale – nell’annata migliore dell’Italia – rappresenta il peggior risultato di sempre nel torneo continentale. Un Sei Nazioni sottotono anche lo scorso anno, poi, con la netta vittoria sul Galles (0-45) e la sconfitta con la Francia (15-56), prima di vincere la sfida del terzo-quarto posto per 25-5 contro l’Italia, a segno con Melissa Bettoni. Il secondo momento più deludente a settembre, a Parma per il torneo di qualificazione alla Rugby World Cup in Nuova Zelanda. Vittoria 7-15 contro l’Italia (per le Azzurre meta di Beatrice Rigoni) nell’ultimo precedente in ordine di tempo tra le due compagini, ma poi a sorpresa le sconfitte con Spagna e Scozia, che hanno consentito a quest’ultima di giocarsi lo spareggio di Dubai contro la Colombia e qualificarsi per la rassegna iridata, lasciando l’amaro in bocca alle Girls in green. Sono, insomma, lontani i fasti del 2013 e 2015, anni in cui l’Irlanda ha vinto il torneo Sei Nazioni, nel primo caso con tanto di Grande Slam e Triple Crown.

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Lettere e colloqui

Dopo la delusione per la mancata qualificazione, è arrivata una lettera di protesta indirizzata a federazione, organismi sportivi e ministero da parte di 62 giocatrici del presente e del passato, con iniziale reazione piuttosto fredda da parte dell’IRFU.

Scontro aperto, inoltre, con l’ex direttore del programma femminile, Anthony Eddy, costretto alle dimissioni il giorno prima della pubblicazione di una revisione ufficiale da parte della federazione sullo stato dell’arte del rugby femminile in Irlanda costruita su 30 punti tra suggerimenti e migliorie potenziali. Protagoniste in questa fase alcune giocatrici del recente passato: Ciara Griffin, Claire Molloy, Cliodhna Moloney e Lindsaty Peat, chiamate a discutere addirittura con i massimi organismi politici, Sport Ireland e il ministero nelle figure di Jack Chambers e Catherine Martin. E infine, forse un po’ tardive e forzate, sono arrivate le scuse del CEO della federazione Kevin Potts.

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Nuovo tecnico e capitano

L’autunno ha portato consiglio con due successi contro USA (20-10) e Giappone (15-12), quest’ultima sfida decisa dalla doppietta dello storico capitano Ciara Griffin, al passo d’addio alla maglia verde. Con lei, si è ritirata dalla scena internazionale anche la veterana Lindsay Peat. Da dicembre, dopo il saluto di Griggs, la squadra ha pure una nuova guida, individuata nell’ex assistente Greg McWilliams. Quarantatré anni, al fianco di Philip Doyle durante le Coppe del Mondo 2010 e 2014 e vincitore del Sei Nazioni 2013, rientra dagli Stati Uniti, dove ha guidato la squadra di New York ed è stato per alcuni anni assistente della nazionale Eagles al fianco di Gary Gold, compresa la partecipazione alla RWC 2019. Per lui anche un ruolo di consulente con la gloriosa università di Yale. Ad assisterlo ci sarà la rediviva Niamh Briggs, 62 caps ed ex capitano dell’Irlanda, con due Coppe del mondo all’attivo, protagonista nelle vittorie del 2013 e 2015 del Sei Nazioni, di cui è la miglior marcatrice assoluta con 307 punti, ed ex coach di Munster e Bohemians. Per il ruolo di nuovo capitano, invece, la scelta è caduta su Nichola Fryday, 24 caps a partire dall’esordio del 2016 contro il Canada e atleta che gioca nell’Allianz Premier 15s con Exeter. Tra le 38 convocate per il torneo 2022 ci sono nove esordienti, ma la speranza migliore continua a restare il talento e la velocità di Beibheann Parsons, contesa però anche con il Seven, mentre le escluse eccellenti sono state Cliodhna Moloney, Anna Caplice, Leah Lyons e Sene Naoupu. La rivoluzione irlandese è, quindi, appena agli inizi e non appare del tutto indolore.