Rugby, finisce l'era Crowley: l'Italia riparte da Quesada

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Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

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La pesante sconfitta di Lione e la conseguente eliminazione dai Mondiali certifica che siamo ancora lontani da squadre come gli All Blacks e la Francia. Il mormorio di quelli che vorrebbero fare spazio ad altri nel Sei Nazioni è ricominciato. Adesso serve ripartire per riacquistare credibilità. Crowley chiude con 10 partite e 17 perse, adesso tocca a un nuovo allenatore, Gonzalo Quesada, il primo argentino a guidare gli Azzurri

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Ci eravamo tanto illusi da non renderci conto che siamo ancora lontani da squadre come gli All Blacks e la Francia. Lione nel giro di due weekend ha rimesso l’Italia nella scomoda posizione di essere in bilico tra quelli che contano e quelli che inseguono, tra quelli che fanno la corsa e quelli che partecipano, tra quelli di serie A, tier 1 per stare al linguaggio anglofilo del rugby, e gli altri. Ricomincerà, anzi era già cominciato dopo il 96-17 subito contro la Nuova Zelanda, il mormorio di quelli che vorrebbero fare spazio ad altri nel Sei Nazioni e cose così. Inevitabile. Servono nuove prove, vincenti, da allegare. Appena possibile.

Le differenze con All Blacks e Francia

Differenza di cilindrata. Poche storie, è così. Altra qualità, altra profondità nella scelta, tradotto significa il numero di giocatori tra i quali si può scegliere, altra determinazione. E cura maniacale dei dettagli, ogni pallone sembra quello che può cambiare la vita, la storia. Non si molla e non si deve mollare nulla, ecco il messaggio di All Blacks e Francia. E se ti manca il miglior giocatore del mondo, "il paziente francese", come ha titolato il Midi Olympique, rivista di rugby per eccellenza, con Dupont ko per una frattura maxillo-zigomatica, ecco Lucu che si prende l’occasione, che gioca alla perfezione. Sul 31-0, alla fine del primo tempo, l’allenatore della difesa francese, l’anglosassoone Shaun Edwards, ex giocatore di rugby league, sembrava parlare a giocatori sotto 0-31 e non in vantaggio… Mimando gli errori e indicando cosa correggere, quasi fosse Marcel Marceau, il più famoso mimo della storia, che a Lione aveva difeso altri valori, quelli della Resistenza nei periodi bui del boia Klaus Barbie.

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Crowley ai saluti, inizia l'era Quesada

Fine dell’era Crowley. Non si può giudicare un allenatore dopo due disfatte epocali. Quella contro la Francia è la peggior sconfitta di sempre nel confronto con i nostri vicini di casa, 53 punti di scarto, come mai era avvenuto, 60 punti subiti, come nel 1967 a Tolone, quando la meta valeva 4 punti e non 5…Forse sarebbe giusto allora dire la seconda peggior sconfitta di sempre. Ma cambia poco. Crowley chiude con 10 partite e 17 perse, ci ha riportato al successo in una partita del Sei Nazioni dopo 7 anni, l’Italia, con lui alla guida, ha battuto per la prima volta l’Australia, ha costruito uno stile di gioco piacevole, sfrontato, d’attacco. Ci ha fatto divertire dallo scorso novembre alla scorsa settimana. Adesso è dura, è difficile ripartire, vendere la credibilità del "prodotto" ovale azzurro. Ci siamo fatti un film sbagliato. Proprio nella città, Lione, che ha lanciato il cinema dei fratelli Lumiere… Adesso tocca a un nuovo allenatore, Gonzalo Quesada, il primo argentino a guidare gli Azzurri. Auguri. E non è una battuta.