Rugby, via al Sei Nazioni 2024: cosa aspettarsi dall'Italia

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L’inizio del torneo è fissato per venerdì 2 febbraio con Francia-Irlanda, poi sabato 3 toccherà agli azzurri esordire contro l’Inghilterra. La giornata si chiuderà poi con Galles-Scozia, tutto in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW. Ecco come si presentano le sei formazioni

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Il Sei Nazioni 2024 è alle porte e sarà tutto in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW. Francia e Irlanda sembrano ancora una volta le squadre da battere, ma l’anno post-Mondiale è sempre molto particolare. Ricominciano i cicli, le squadre cambiano forma, a volte identità, e le gerarchie possono anche cambiare. C’è una Scozia che vuole fare il definitivo salto di qualità, un’Inghilterra che vuole ritrovare se stessa, un Galles che sta rimettendo insieme i cocci di un 2023 da dimenticare e un’Italia che ha voglia di stupire. Ecco come si arriva al Sei Nazioni 2024.

Italia: tante conferme e voglia di stupire

La nuova Italia di Gonzalo Quesada, che esordirà sabato 3 febbraio all’Olimpico contro l’Inghilterra, nasce in continuità con il precedente ciclo di Kieran Crowley. Tantissime conferme, qualche ritorno importante (i recuperati Menoncello e Lucchesi, e poi Zilocchi, Zanon, Mori) e 5 possibili esordienti: Spagnolo, Rizzoli, Nocera, Izekor e Vintcent. Gli Azzurri dovranno confermare la competitività fatta vedere nell’ultimo Sei Nazioni, ma dovranno anche trovare il guizzo vincente che nel 2023 è mancato. In alcuni ruoli Quesada avrà l’imbarazzo della scelta: lo schieramento nei trequarti dipenderà dal ruolo in cui il tecnico posizionerà giocatori duttili e fondamentali come Allan, Paolo Garbisi e Capuozzo. In altri reparti, invece, gli infortuni hanno reso la coperta molto più corta, soprattutto nei primi 5 uomini dove le assenze di Ferrari, Riccioni e Lamb potrebbero pesare non poco. D’altro canto, saranno fondamentali i ritorni di Gianmarco Lucchesi e Tommaso Menoncello, frenati dagli infortuni ed elementi importantissimi di questa Nazionale.

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Irlanda: un Grande Slam da confermare e una delusione da smaltire

Grande Slam al Sei Nazioni e 17 vittorie consecutive. Il 2023 dell’Irlanda è stato l’anno perfetto fino al 14 ottobre, quando allo Stade de France è andata in scena una delle partite più belle e folli della storia recente: quella partita, però, l’hanno vinta gli All Blacks, risvegliatisi dal torpore di una gestione Foster altalenante e capaci di spezzare il sogno Mondiale dell’Irlanda, che nemmeno stavolta è riuscita a rompere la maledizione dei quarti di finale. È passato meno di un anno dal trionfale Sei Nazioni del 2023, ma sembra già un secolo: non c’è più Jonathan Sexton, e la squadra di Andy Farrell deve ricostruirsi sia tatticamente – il favorito per la maglia numero 10 sembra Jack Crowley – sia mentalmente, perché c’è un Grande Slam da confermare, e nel Sei Nazioni post-Mondiale le gerarchie possono cambiare molto facilmente. La prima sfida in casa della Francia, poi, sembra già una mezza finale.

Francia: tornare a vincere per scacciare i fantasmi di Parigi

Se per l’Irlanda la sconfitta ai quarti dell’ultimo Mondiale è stata una delusione tremenda, per la Francia si può direttamente parlare di vero e proprio incubo. Era l’appuntamento che preparavano da 4 anni, avevano già perso una sfida decisiva – quella del Sei Nazioni, proprio contro l’Irlanda – e non potevano permettersi di sbagliare: la pressione ha giocato un brutto scherzo a una squadra stellare. Galthié dovrà essere bravo a gestire un gruppo di qualità incredibile, ma che deve levarsi dalla testa gli incubi di un Mondiale rovinato dagli Springboks, poi diventati campioni del mondo. Assente Dupont, che sogna una medaglia olimpica nel Rugby a 7, il nuovo capitano sarà Gregory Alldritt, preferito al favorito Ollivon nella corsa alla fascia. La partita con l’Irlanda dirà già tanto – se non tutto – sullo stato dell’arte di questa Francia.

Scozia: l’eterna incompiuta farà l’ultimo step?

Il copione degli ultimi anni è stato sempre lo stesso: la Scozia sogna di vincere un Torneo che da quando si gioca a 6 squadre (2000) non ha ancora mai conquistato, arriva ai nastri di partenza con una rosa di alto livello, vince, convince, poi nel momento decisivo si scioglie. È capitato anche nel 2023: dopo due vittorie contro Inghilterra e Galles la squadra di Townsend ha ceduto nelle due sfide decisive, contro Irlanda e Francia. Lo stesso è accaduto al Mondiale, contro il Sudafrica e poi di nuovo di fronte alla squadra di Andy Farrell. Ritiratosi Hogg, dovrebbe esserci più spazio per Blair Kinghorn, spesso relegato al ruolo di subentrante, mentre l’attacco scozzese si affiderà come sempre alle magie di Finn Russell. 

Inghilterra: un Sei Nazioni deludente e un Mondiale da protagonista, e adesso?

È stata un’Inghilterra a due facce quella del 2023: la squadra di Borthwick ha giocato un Sei Nazioni molto al di sotto delle aspettative, salvato – solo parzialmente – da due vittorie comunque poco convincenti contro Italia e Galles. Le Summer Series non hanno dato segnali particolarmente incoraggianti, e le due sconfitte contro Galles e Fiji avevano ulteriormente appesantito l’ambiente, poi però al Mondiale l’Inghilterra si è trasformata. Non avrà espresso un gioco spumeggiante, ma ha ritrovato una solidità degna delle migliori annate: capace di demolire l’Argentina in 10, di mettere in crisi un Sudafrica che fino alla semifinale era sembrato in totale controllo del Mondiale, e alla fine di conquistare il terzo posto battendo di nuovo i Pumas. Borthwick non arriva al Sei Nazioni 2024 nelle condizioni migliori: è senza Farrell, che si è preso un anno sabbatico (e visto il trasferimento al Racing 92 gli anni potrebbero essere molti di più), e nel giro di 20 giorni ha perso Beard, Lawrence, Cowan-Dickie e Isikewe, e anche il neo-capitano George viene da problemi fisici. Il tecnico, però, è stato chiaro e non ha cercato scuse: “Le prestazioni dell’anno scorso sono state ben lontane da quelle di una squadra che dovrebbe essere favorita al Sei Nazioni. La squadra lo sa e vuole fare di meglio, e i tifosi meritano di meglio” ha detto alla vigilia del Torneo.

Galles: tante incognite e un Rees-Zammit in meno

Il Galles sta cercando di trascinarsi fuori, a fatica, da una delle crisi più profonde della loro storia. In un anno Gatland è riuscito a rimettere insieme i pezzi, portando al Mondiale una squadra combattiva e capace di vincere – bene – un girone ostico battendo Australia e Fiji. Il cammino del Galles si è fermato ai quarti contro l’Argentina, quando ha ceduto di schianto di fronte a dei Pumas meno provati mentalmente rispetto a una squadra che ha vissuto un 2023 da incubo, in campo e fuori. Rispetto allo scorso anno, il Galles sembra più solido, ma l’assenza di Rees-Zammit, che ha deciso di lasciare il rugby per dedicarsi all’NFL, potrebbe essere molto pesante.

 

A cura di OnRugby.it