Monica Seles: ero bulimica, ma ho vinto la mia battaglia
TennisUna delle più grandi tenniste di tutti i tempi si confessa in un libro. Tutto iniziò nel 1993, quando un fan della Graf la accoltellò alla schiena: "Capii che il tennis era solo un business... Correvo nei supermercati e trangugiavo schifezze di nascosto"
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Nove trofei Grand Slam, ma anche nove anni di battaglie contro i disordini alimentari: Monica Seles, una delle più grandi tenniste di tutti i tempi, si è confessata in un libro in cui racconta la sua lunga battaglia contro la bulimia. 'Getting a Grip: On my Body, My Mind, Myself' è una storia a lieto fine: l'atleta spiega che nel suo caso è stato un infortunio a guarirla. La Seles racconta infatti che ha superato la bulimia quando una frattura a un piede l'ha costretta a appendere la racchetta al chiodo.'All'età di trent'anni dovetti smettere di giocare perché mi avevano messo un gesso per tre mesi. Pensai: 'Ingrassero" e mi spaventai perché sapevo che sarei stata molto infelice. Ma per la prima volta nella vita mi liberai di tutti i dietologi, gli allenatori, i consiglieri. Mi resi conto che dovevo guardare dentro me stessa, affrontare le mie emozioni".
Nel libro la Seles ricorda che le sue difficoltà iniziarono nel 1993 quando uno squilibrato, fan della rivale Steffi Graf, la accoltellò alla schiena durante un match ad Amburgo. "Rimasi delusa quando la Graf mi annuncio' che avrebbe giocato la finale del torneo, e poi quando tutte le tenniste tranne Gabriela Sabatini si opposero all'idea di congelare i miei punti in classifica durante la convalescenza. Mi resi conto che il tennis era solo un business".
La Seles tornò sui campi da gioco 28 mesi dopo l'incidente, ma già allora si erano presentati i primi problemi di bulimia. "Il cibo divenne l'unica possibilità di tenere a bada i miei demoni interni. Riuscivo a mantenere il controllo in campo, ma non su quello che mettevo in bocca. Correvo nei supermercati aperti 24 su 24 e trangugiavo schifezze di nascosto". La morte del padre di cancro allo stomaco esaspero' il disordine alimentare. Anche se riuscì a vincere un altro torneo dello Slam, l'Australian Open del 1996, la Seles non tornò mai ai livelli precedenti e cominciò a sentirsi rivolgere domande insistenti sul suo stato di forma. "Continuavo a perdere e prendere peso, nonostante avessi allenatori e nutrizionisti bravissimi", ammette.
Paradossalmente, i problemi di alimentazione svanirono quando la tennista fu costretta al ritiro nel 2003, a causa dell'infortunio a un piede. "Credevo che con la fine dell'attività agonistica sarei ingrassata ancora di più. Invece senza sentire più pressioni intorno a me sono guarita, e ho ripreso a mangiare per il piacere di farlo. Ma non voglio dimenticare quei giorni, mi hanno resa migliore".
Nove trofei Grand Slam, ma anche nove anni di battaglie contro i disordini alimentari: Monica Seles, una delle più grandi tenniste di tutti i tempi, si è confessata in un libro in cui racconta la sua lunga battaglia contro la bulimia. 'Getting a Grip: On my Body, My Mind, Myself' è una storia a lieto fine: l'atleta spiega che nel suo caso è stato un infortunio a guarirla. La Seles racconta infatti che ha superato la bulimia quando una frattura a un piede l'ha costretta a appendere la racchetta al chiodo.'All'età di trent'anni dovetti smettere di giocare perché mi avevano messo un gesso per tre mesi. Pensai: 'Ingrassero" e mi spaventai perché sapevo che sarei stata molto infelice. Ma per la prima volta nella vita mi liberai di tutti i dietologi, gli allenatori, i consiglieri. Mi resi conto che dovevo guardare dentro me stessa, affrontare le mie emozioni".
Nel libro la Seles ricorda che le sue difficoltà iniziarono nel 1993 quando uno squilibrato, fan della rivale Steffi Graf, la accoltellò alla schiena durante un match ad Amburgo. "Rimasi delusa quando la Graf mi annuncio' che avrebbe giocato la finale del torneo, e poi quando tutte le tenniste tranne Gabriela Sabatini si opposero all'idea di congelare i miei punti in classifica durante la convalescenza. Mi resi conto che il tennis era solo un business".
La Seles tornò sui campi da gioco 28 mesi dopo l'incidente, ma già allora si erano presentati i primi problemi di bulimia. "Il cibo divenne l'unica possibilità di tenere a bada i miei demoni interni. Riuscivo a mantenere il controllo in campo, ma non su quello che mettevo in bocca. Correvo nei supermercati aperti 24 su 24 e trangugiavo schifezze di nascosto". La morte del padre di cancro allo stomaco esaspero' il disordine alimentare. Anche se riuscì a vincere un altro torneo dello Slam, l'Australian Open del 1996, la Seles non tornò mai ai livelli precedenti e cominciò a sentirsi rivolgere domande insistenti sul suo stato di forma. "Continuavo a perdere e prendere peso, nonostante avessi allenatori e nutrizionisti bravissimi", ammette.
Paradossalmente, i problemi di alimentazione svanirono quando la tennista fu costretta al ritiro nel 2003, a causa dell'infortunio a un piede. "Credevo che con la fine dell'attività agonistica sarei ingrassata ancora di più. Invece senza sentire più pressioni intorno a me sono guarita, e ho ripreso a mangiare per il piacere di farlo. Ma non voglio dimenticare quei giorni, mi hanno resa migliore".