Tennis, nuvole su Roma. Ma spunta l'azzurro di Bolelli
TennisELENA PERO, inviato di SKY Sport, racconta la 2a giornata degli Internazionali. Il bolognese indossa una maglietta con la scritta 'Italia'. Forse una provocazione dopo la squalifica: aveva detto no ad una convocazione. In campo vince Kohlschreiber
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ELENA PERO
da Roma
Sotto il cielo di Roma grigio come il piombo, l’unica macchia di azzurro è quella che porta indosso Simone Bolelli. È una maglia azzurra con la scritta ‘ITALIA’ stampigliata sulla schiena. Una maglia che il bolognese non potrà indossare in Davis, perché la Federazione Italiana lo ha squalificato dopo aver rifiutato la convocazione lo scorso anno contro la Lettonia. Una maglia e una scritta che sono stati indossati nello Stadio Pietrangeli forse come una provocazione e che si sono trasformati in un macigno sulle sue spalle.
L'avversario era il tedesco Philip Kohlschreiber, suo pari in classifica (numero 39 contro il 41 del nostro). Simone ha vinto il primo set 6-4 (dopo aver condotto 5-2), poi c'è stato il tracollo: 12 giochi a 1 per il tedesco. Il terzo set Bolelli non l'ha giocato. Una tristezza.
"Non so cosa sia successo, devo ancora pensarci", ha detto il bolognese in conferenza stampa. "So solo che ho sbagliato troppo e mi dispiace che questa giornataccia sia capitata proprio a Roma. Ci tenevo a fare bene". Bolelli ha poi dichiarato che il suo sponsor gli aveva proposto un mese fa di giocare con questa maglia agli Internazionali e di avere accettato perché gli era sembrata un'idea simpatica e non provocatoria. Il tentativo era di fare una cosa un po' diversa dal solito, ha detto.
Sarà, ma il risultato si è purtroppo rivelato controproducente. Non è difficile immaginare l’avvilimento di Simone nel trovarsi in una situazione tanto difficile, sotto gli occhi di tutti, con quella maglia addosso e tutti i trascorsi nella testa.
"In questi momenti bisogna essere forti", ha affermato Claudio Pistolesi, l’allenatore di Bolelli. Bisognerebbe cercare di vincere il maggior numero possibile di partite per lanciarsi nel tanto atteso salto di qualità. Ma per fare il salto, ci vogliono le spalle leggere.