Il day after di Agassi: "Sono stato brutalmente onesto"

Tennis
Prima versione. Look sempre fuori dagli schemi per Andre Agassi ad inzio carriera
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Il giorno dopo le anticipazioni choc sulla sua autobiografia l'americano si difende: " Ho spiegato le mie ribellioni, le miei decisioni sbagliate, che mi hanno portato vicino alla catastrofe". Panatta: "Mi è sempre sembrato un bravo ragazzo"

Il giorno dopo di Agassi - "Sono stato brutalmente onesto, raccontando di me. Ho spiegato le mie ribellioni, le mie frustrazioni, le miei decisioni sbagliate, che mi hanno portato vicino alla catastrofe". Andre Agassi si racconta così nel video che promuove "Open", la sua autobiografia in uscita il 9 novembre. Laddove ammette di aver assunto cristalli di metanfetamina nel '97, quando la sua carriera attraversava un momento di crisi e il matrimonio con l'attrice Brooke Shields andava a pezzi. Dove confessa di essere stato trovato positivo a un controllo antidoping e di aver mentito per non essere squalificato.

Il giorno dopo le anticipazioni del Times, il mondo dello sport reagisce mettendo sotto accusa, più che il campione americano, chi lo coprì. La Federazione Internazionale si è detta sorpresa e delusa, l'Atp - responsabile dell'insabbiamento - si è chiusa nel silenzio. Ma la Wada, l'agenzia internazionale antidoping, vuole spiegazioni e ha aperto un'inchiesta. Soprattutto per capire se quella di salvare i campioni dalle squalifiche fosse una prassi alla fine degli Anni 90. O se quello di Agassi fosse una disgraziata eccezione.

L'opinione di Panatta - "Non me lo aspettavo, ma se si sentiva di raccontarlo ha fatto bene a farlo". Adriano Panatta commenta così le dichiarazioni choc di Andre Agassi, che nella sua nuova autobiografia ha rivelato di aver assunto droghe nel corso della sua carriera e di aver mentito all'Atp. "Io Agassi lo conosco poco, ma quelle poche volte che l'ho incontrato mi è sempre sembrato un bravo ragazzo - aggiunge Panatta -. Ai miei tempi questo  genere di cose non accadevano, per quello che mi ricordo l'unico ad avere problemi di droga fu Gerulaitis".

Quando Agassi fu trovato positivo nel 1997 dichiarò all'Atp di  aver assunto le droghe 'involontariamente', fatto questo che gli consentì di evitare una squalifica. "E' normale che l'Atp tenda a proteggere il sistema - prosegue l'ex stella del tennis italiano - per cui certe volte vengono colpiti tennisti più deboli come i sudamericani. Hanno bisogno dei grandi campioni per il movimento, è sempre stato così e funziona così un po' dappertutto".

Agassi non rischia di perdere i suoi trofei poiché la violazione è coperta da prescrizione, ma secondo Panatta non sarebbe stato comunque giusto revocare i titoli. "Lui resta un grande campione anche perché le sostanze che ha preso non servivano a migliorare le prestazioni. Il suo è un malessere che può colpire chiunque, che si tratti di tennisti professionisti, avvocati, architetti o tranvieri  non fa differenza", ha concluso.

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