Quinzi racconta Wimbledon: "Questa è la mia avventura"
TennisIL DIARIO di un sedicenne alla conquista di Londra. Categoria juniores, classe '96 e numero 3 al mondo, Gianluigi sarà l'inviato speciale di Sky.it al torneo che segna il suo ingresso nel tennis dei "grandi"
Il racconto di Gianluigi Quinzi inizia oggi, da Londra. In tasca (e in testa), un solo indirizzo: All England Lawn Tennis Club Limited, Church Road, Wimbledon. Il circolo in cui lunedì giocheranno i migliori del mondo, in cui tra meno di un mese Rafa Nadal rappresenterà la Spagna e Nole Djokovic la Serbia. Lo stesso che dal 30 giugno ospiterà anche Gianluigi, nel tabellone juniores, guidato dall''allenatore Eduardo Medica. Doppio l'obiettivo: andare più avanti possibile, rincorrendo il primo posto della classifica mondiale, e spiegare nel miglior modo possibile tutta la magia del torneo inglese. Un'atmosfera vissuta con lo spirito di un 16enne e l'ambizione, motivata, di una promessa del tennis italiano.
E' il tuo primo Wimbledon, Gianluigi, la tensione si sente?
"Non so se chiamarla tensione, forse è più curiosità. Per la superficie, sulla quale non gioco mai, e per l'esperienza completamente nuova che ho davanti, e che voglio sfruttare al massimo".
E tu, Eduardo? Anche per un allenatore questo è tutto un altro mondo?
"No, assolutamente. Piuttosto, credo che sia nel torneo di Roehampton (che comincia domani e che vale come una prova generale sull'erba) sia in quello di Wimbledon vincerà chi saprà essere più furbo in campo, chi saprà adattarsi al meglio all'erba. Semplice".
I grandi iniziano lunedì, avete sbirciato qualche allenamento?
"No, sembrerà strano ma per ora nemmeno noi siamo riusciti ad entrare all'All England Club! In più piove sempre, i campi non sono pronti, bisogna avere pazienza, nemmeno a Roehampton siamo riusciti ad allenarci con continuità".
Ma anche per te vale la stessa regola di Nole e co.? "Dress code", ammessi solo in bianco? "Certo, rispetto assoluto per la tradizione! I completini in valigia sono tanti e solo bianchi".
Cosa non vedi l'ora di vedere?
"Mi intriga proprio il circolo stesso, non vedo l'ora di essere anch'io lì, di vedere i campi e di giocare, di far parte per una volta anch'io di quell'ambiente".
Qual è stato il vostro primo pensiero appena atterrati a Londra?
"Finalmente si gioca, ma chissà come, sull'erba! Speriamo di riuscire a capirlo e a spiegarlo da domani...".
E' il tuo primo Wimbledon, Gianluigi, la tensione si sente?
"Non so se chiamarla tensione, forse è più curiosità. Per la superficie, sulla quale non gioco mai, e per l'esperienza completamente nuova che ho davanti, e che voglio sfruttare al massimo".
E tu, Eduardo? Anche per un allenatore questo è tutto un altro mondo?
"No, assolutamente. Piuttosto, credo che sia nel torneo di Roehampton (che comincia domani e che vale come una prova generale sull'erba) sia in quello di Wimbledon vincerà chi saprà essere più furbo in campo, chi saprà adattarsi al meglio all'erba. Semplice".
I grandi iniziano lunedì, avete sbirciato qualche allenamento?
"No, sembrerà strano ma per ora nemmeno noi siamo riusciti ad entrare all'All England Club! In più piove sempre, i campi non sono pronti, bisogna avere pazienza, nemmeno a Roehampton siamo riusciti ad allenarci con continuità".
Ma anche per te vale la stessa regola di Nole e co.? "Dress code", ammessi solo in bianco? "Certo, rispetto assoluto per la tradizione! I completini in valigia sono tanti e solo bianchi".
Cosa non vedi l'ora di vedere?
"Mi intriga proprio il circolo stesso, non vedo l'ora di essere anch'io lì, di vedere i campi e di giocare, di far parte per una volta anch'io di quell'ambiente".
Qual è stato il vostro primo pensiero appena atterrati a Londra?
"Finalmente si gioca, ma chissà come, sull'erba! Speriamo di riuscire a capirlo e a spiegarlo da domani...".