Conferenza stampa del giorno dopo. "Nessuno merita più di Andy il titolo di cavaliere" ha dichiarato il premier britannico, David Cameron. E il campione dialoga su Twitter coi fan: "Se vincerò 10 titoli dello Slam? Non credo proprio!"
"Spero di non perdere la fame". Andy Murray, dal canto suo, ha appena realizzato il sogno di un'intera vita sportiva. Lo scozzese, 24 ore dopo l'impresa, prova ad analizzare la situazione con lucidità, per quanto possibile. D'ora in poi, qualsiasi risultato rischia di passare in secondo piano rispetto a quanto è successo il 7 luglio 2013. Arrivato al top, Murray potrebbe anche rilassarsi. Un posto nella storia, ormai, è assicurato. "Spero di non perdere la fame, penso che dovrei usare tutto questo per trovare nuove motivazioni. So cosa siginifichi perdere una finale a Wimbledon", dice, nella conferenza del giorno dopo all'All England Club, ripensando alla sconfitta incassata nel 2012.
"Adesso -aggiunge- so anche cosa significa vincere una finale qui. Ho lavorato tantissimo e ne è valsa la pena. Nei prossimi giorni farò festa, ma poi dovrò cominciare alla preparazione in vista dell'US Open". A Flushing Meadows, Murray si presenterà come defending champion: "Non mi è mai capitato, sinora, di scendere in campo per difendere un titolo del Grande Slam". Se ne renderà conto presto e, tra un anno, scoprirà anche cosa significa difendere la corona a Wimbledon.
Nelle prime ore da re, Andy ha posato a lungo per le foto accanto alla statua di Fred Perry, l'ultimo suddito di Sua Maestà capace di trionfare sull'erba londinese nel 1936. "Non mi rendo conto, in maniera precisa, di cosa significhi il mio trionfo per tutti -dice-. Ci sono andato vicino diverse volte e finalmente ce l'ho fatta. Sarebbe bello se, come popolo, smettessimo di considerare Wimbledon come qualcosa di negativo, come un tabù da sfatare. Dovremmo solo pensare che è qualcosa di bello".
Di sicuro, da ieri è così. Il trionfo consente allo scozzese di consolidare il secondo posto nel ranking Atp e di accorciare le distanze rispetto al serbo Novak Djokovic, sempre numero 1 nonostante il ko incassato in finale. "Ho vinto 2 titoli dello Slam -dice Murray- e sono arrivato in finale in un'altra occasione. Ho anche vinto l'oro olimpico a Londra. Probabilmente devo essere più costante negli altri tornei in calendario: non ho giocato al Roland Garros e questo ovviamente mi ha penalizzato. Al di là di tutto, meglio non essere il numero 1 del mondo se riesco comunque a conquistare altri titoli dello Slam".
La carriera di Murray è decollata quando lo scozzese si è affidato alle cure di Ivan Lendl. Da giocatore, il ceco-statunitense non è mai riuscito a trionfare a Wimbledon. Da coach, ha centrato brillantemente l'obiettivo. "Lo devo ringraziare per tutto ciò che ha fatto, il suo contributo è stato enorme. Ma non posso dimenticare nemmeno l'aiuto che mi hanno dato le altre persone a me vicine", dice Murray.
Can't believe what's just happened!!!!!!!
— Andy Murray (@andy_murray) July 7, 2013
Dopo la vittoria, Andy aveva affidato un significativo messaggio a Twitter: "Non riesco a credere a quello che è appena successo!!!!!!!". Il post (vedi qua sopra) è stato ritwittato oltre 90.000 volte. Il feeling con il social network è proseguito anche oggi: lo scozzese si è infatti concesso alle domande di alcuni follower e, tra l'altro, ha confessato di non aver ancora dormito con il trofeo: "Non l'ho fatto. Ma forse la coppa sarà fortunata stanotte". L'exploit non ha cancellato prudenza e, forse, scaramanzia: "Se vincerò 10 titoli dello Slam? Non credo proprio!".
No I don't think so! RT @StephenMuir_91 @andy_murray do you think you will be able to reach double figures in grand slam wins? #AskAndy
— Andy Murray (@andy_murray) July 8, 2013