Potrebbero esserci sorprese nel finale di stagione in cima alla classifica Atp: Murray è in crescita costante, salire al primo posto non è più un'impresa impossibile...
Novak Djokovic rischia di perdere il primato in classifica? Andy Murray nuovo numero 1 del mondo? Pochi mesi fa, il sei di giugno per la precisione, avremmo risposto: 'Impossibile' a entrambe le domande. Adesso l'impossibile è diventato probabile. E non per la primavera prossima; magari già a Bercy, o a Londra.
A giugno il serbo aveva appena vinto il tanto agognato Roland Garros e realizzato un'impresa mai più replicata - nel tennis maschile - dal lontano 1969, con il mitico Rod Laver detentore contemporaneamente di tutti e quattro i titoli del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open). Quindi: Nole tra i più grandi di sempre, Nole l'invincibile, Nole un numero uno che ha quasi il doppio dei punti del numero due. Poi qualcosa si è inceppato nella macchina Djokovic: sono arrivati gli acciacchi, qualche problema extra-campo; la routine vincente si è interrotta, prima a Wimbledon, poi alle Olimpiadi di Rio e ancora oggi.
A giugno sulla panchina di Andy Murray torna Ivan Lendl, l'ex grande campione che lo ha portato al primo ciclo di successi tra 2012 e 2013. Lo scozzese sboccia con la vittoria a Wimbledon e in quattro mesi riduce in maniera impressionante il distacco in classifica. Oggi i punti di differenza tra il serbo e lo scozzese sono 915 se si guarda alla Race, la classifica che riparte da zero ogni primo di gennaio. Esageriamo: se il torneo olimpico (Murray medaglia d'oro, Djokovic battuto al primo turno da Del Potro) avesse avuto valenza nel ranking quest'anno, la differenza tra i due sarebbe di soli 170 punti.
Bloccato da Federer, Nadal e Djokovic, Andy Murray è sempre stato considerato l'angolo debole del quartetto, il meno fantastico dei fantastici quattro. Ma lo scozzese è tenace, ha 29 anni ma non ha mai smesso di essere ambizioso, di migliorarsi. Essere costretto a convivere con tre mostri che sono tra i più grandi campioni di sempre è una sfortuna e insieme una fortuna. Tre titoli Slam sono pochi se paragonati a 17 (Federer), 14 (Nadal), 12 (Djokovic), ma cosa sarebbe successo se nelle altre otto finali Major disputate non avesse incocciato in uno dei mostri? Ormai è tardi, raggiungerli nelle coppe è obiettivamente impossibile. Ma il primo posto in classifica, quello sì che è vicino. Forza Andy, rendi avvincenti per te - e per noi - le ultime settimane di grande tennis dell'anno.