Finals, la storia degli esordienti Monfils e Thiem

Tennis

Luca Boschetto

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Tra gli otto maestri di Londra ci saranno due delle novità di una stagione tennistica che ha riservato grandi sorprese. Per il 30enne francese è il coronamento di una carriera messa a dura prova dai tanti infortuni. L'austriaco concluderà così un anno molto faticoso: cominciato in modo super. Finito a fatica

Tra gli otto maestri alle ATP finals di Londra ci saranno due esordienti: Gael Monfils, numero 6 della classifica mondiale, e Dominik Thiem, numero 9, che sarà presente grazie alla rinuncia di Rafa Nadal.
Per il francese è il coronamento di una ottima carriera messa a dura prova da un numero impressionante di infortuni: Lamonf ha un tennis esplosivo, divertente, coinvolgente, ma la carrozzeria è piuttosto fragile. L’anno scorso aveva chiuso come numero 24 ma aveva dichiarato “ il mio obiettivo per il 2016 è qualificarmi per Londra! “; sembrava più una speranza che un progetto concreto, e invece il francese nell’anno dei 30 ha firmato la sua migliore stagione vincendo il 500 di Washington, raggiungendo la finale del 1000 di Montecarlo e le semifinali all’open degli Stati Uniti. Ma il segreto è stata la ritrovata continuità nonostante abbia saltato i due tornei che più ama: Roland Garros per infezione e Bercy per un problema alle costole. Merito anche del razionale allenatore svedese Tillstroem che gli ha trasmesso maggiore disciplina e ordine in campo. Già perché Monfils a volte sembra che giochi per il pubblico, per il colpo ad effetto seguendo l’istinto e il talento. Di certo nella giornata giusta è in grado di battere chiunque e questo ne fa un potenziale pericolo anche per Djokovic e Murray.

Diversa la storia di Dominik Thiem, secondo austriaco dopo il grande Thomas Muster a qualificarsi per le ATP finals. Classe 1993, è il più giovane degli otto e anche quello che ha giocato il maggior numero di partite nella stagione: tra singolare e doppio oltre 100 e questa scelta stakanovista gli stava costando la presenza alla O2 arena. Già perché fin dall’estate Thiem ha iniziato ad accusare la fatica di una programmazione ambiziosa e senza pause. Negli ultimi 4 tornei dell’anno ha vinto solo 2 partite e buon per lui che i primi 6 mesi sono stati quelli decisivi: 4 tornei vinti tra i quali il 500 di Acapulco, ma soprattutto la prima semifinale in carriera in un torneo dello slam colta al Roland Garros.
Giocatore completo tecnicamente, Thiem è figlio della fatica e del lavoro. Il suo preparatore atletico. Ex militare, lo ha costretto sin da ragazzo ad allenamenti massacranti nei boschi, a bagni gelati nei fiumi in inverno, a sollevare tronchi d’albero, a corse notturne. Insomma un allenamento più da gare di sopravvivenza che da tennista, però ha funzionato. L’austriaco ha già fatto partita pari con i più forti ma restano i dubbi sulle condizioni attuali. La speranza è di vedere a Londra il Thiem di inizio anno, quello che ha meritato il soprannome di “the dominator“.