Gianluigi Quinzi, a Marrakech il primo torneo ATP

Tennis

Stefano Olivari

Gianluigi Quinzi nella partita contro Ymer al Challenger di Cordenons 2016 (Getty)

Il ventunenne marchigiano, vincitore di Wimbledon junior nel 2013, ha superato le qualificazioni per un torneo del circuito maggiore e riparte dalla sfida con il francese Mathieu. Barazzutti aspetta qualche segnale da lui e dagli altri della sua generazione

Gianluigi Quinzi si è qualificato per la prima volta in carriera al tabellone principale di un torneo ATP, a Marrakech, dove affronterà al primo turno il francese Paul-Henri Mathieu, trentacinquenne numero 115 del ranking ATP con un passato importante: è stato infatti numero 12 del mondo e più volte negli ottavi di finale a Wimbledon, Roland Garros e Australian Open.

WIMBLEDON 2013

Detta così, non è una notizia che possa far scendere in piazza le folle a festeggiare, sventolando il tricolore, ma in realtà recuperare questo giocatore sarebbe importantissimo per tutto il tennis italiano, prirma di tutto come segnale. Classe 1996 e vincitore del torneo junior di Wimbledon nel 2013, Quinzi non è un bluff (ai tempi se la giocava con Kyrgios, di un anno più vecchio, e con Alexander Zverev, di un anno più giovane, battendo tranquillamente Edmund) ma è l’ennesimo italiano che dopo ottimi risultati giovanili non ha retto l’impatto con il professionismo vero. Quasi una decina di allenatori in pochi anni, prima di arrivare a Foligno da Fabio Gorietti (coach anche di Vanni e Fabbiano), difficoltà psicologiche nel passare da piccolo divo a signor nessuno, ma soprattutto evidenti problemi tecnici: nessun colpo davvero definitivo fra gli adulti, un servizio che lo fa partire ad handicap, un gioco in progressione che se non sei Agassi rende ogni punto un’impresa. Dalla sua parte la statura da tennis moderno (è sull’1,90), il pensare in grande pur scontrandosi con la realtà, l’essere mancino che qualche piccolo vantaggio lo dà, alcuni miglioramenti fra un cambio di allenatore e l’altro (di sicuro lo stare più dentro il campo rispetto al passato), e l’età, i 21 anni che di questi tempi corrispondono ai 17 di una volta.

QUALIFICAZIONI

Attualmente Quinzi è numero 304 del mondo (al massimo è stato 283) e finalmente è uscito da un torneo di qualificazione per il circuito maggiore, superando Donskoy (che in Dubai, un mese e mezzo fa, ha battuto Federer…) e il sudcoerano Lee (campione vero, sta emergendo anche contro la sordità). Non vogliamo dire che diventerà di sicuro un fenomeno, perché l’albo d’oro di Wimbledon juniores è pieno sì di fenomeni, da Borg a Federer, ma anche di tante promesse mancate. Lui e tutti gli altri italiani in zona 21-22 anni, da Napolitano a Donati, da Sonego a Berrettini, vanno comunque almeno seguiti con attenzione e rispetto, non con livore da social network. Non è mai troppo tardi, come potrebbe insegnare Paolo Lorenzi. Certo è che in questo momento dietro ai nostri ultratrentenni di Davis non c’è quasi nessuno.