Nel WTA di Praga l'italiana ha battuto 7-6 6-2 la campionessa ceca, confermando il suo potenziale a dispetto del ranking attuale che la costringe in tanti tornei a partire dalle qualificazioni. Per lei forse un nuovo inizio, con anche l'apertura della Garbin per la Nazionale
Camila Giorgi battendo 7-6 6-2 Karolina Pliskova a Praga ha conquistato la vittoria forse più importante della sua carriera. Non solo perché la ceca è la giocatrice numero 3 del ranking WTA e sarà fra le favorite dei prossimi Wimbledon e U.S. Open (a New York l'anno scorso è stata finalista), ma perché la Giorgi era ed è in un momento difficilissimo: fuori dalla Nazionale e anche dalla federazione (non è più tesserata FIT) per la vicenda del contratto non onorato, con piccoli infortuni e crisi di fiducia che l'hanno portata alla posizione numero 99 del mondo, la Giorgi aveva bisogno di una grande vittoria per ripartire psicologicamente visto che il suo gioco è sempre da prime 30 del mondo, con punte di rendimento potenzialmente altissime. Per lei battere una top ten non è certo una novità, le era già successo sei volte, fra cui una con Sara Errani (bei tempi...) e una con Maria Sharapova a Indian Wells: il suo tennis-videogame, da Agassi al femminile, dà fastidio a tutte ma l'assenza di un piano B, soprattutto sulla terra battuta (a Praga si gioca proprio sulla terra), le ha sempre impedito un vero salto di qualità a livello di classifica.
Adesso nessuno sa cosa possa fare in questo torneo (domani giocherà con la cinese Wang, numero 57 del mondo), ma il discorso deve essere più generale: il 2016 è stato il primo anno perdente, cioè con più sconfitte che vittorie, dal 2008 (quando Camila aveva 16 anni), non può quindi sempre essere colpa della tattica, del papà-allenatore Sergio (era lo stesso papà-allenatore anche quando era numero 30 del mondo), degli infortuni. Pur avendo grandi punte di rendimento, il livello medio della Giorgi è sceso e non certo perché nel tennis femminile si stia assistendo a una fioritura eccezionale di talenti.
Il fatto poi di dover disputare le qualificazioni in alcuni grandi tornei (è successo anche a Stoccarda, dove ha perso al primo turno proprio nelle qualificazioni) le ha dato la sensazione concreta di essere tornata indietro. Per questo diciamo che quella contro la Pliskova è la vittoria è la vittoria più importante della carriera: perché può essere un nuovo inizio, a 25 anni, questa volta da donna e non più da ragazzina di talento. E l'intelligente apertura di Tathiana Garbin, sul suo ritorno in Federation Cup, non potrà che aiutarla.