Madrid Masters 1000, Nadal travolge Djokovic e va per la Quinta

Tennis

Stefano Olivari

Rafa Nadal al servizio durante la semifinale di Madrid 2017 contro Djokovic (Getty)

Nel cinquantesimo scontro diretto lo spagnolo ha battuto 6-2 6-4 l'ex numero 1 del mondo, ancora lontano dal risolvere i problemi psicologici e tecnici degli ultimi mesi. E in finale, dove incontrerà Thiem che superato Cuevas con un doppio 6-4, può arrivare la Quinta Il Masters 1000 di Madrid in diretta su Sky Sport HD

Rafa Nadal ha battuto 6-2 6-4 Novak Djokovic nelle semifinali del Madrid Masters 1000 ed è per la nona volta in carriera nella finale di questo torneo, che ha già vinto 4 volte. Affronterà Dominic Thiem, che ha superato 6-4 6-4 Pablo Cuevas.

Djokovic senza niente dentro

Nel primo set Nadal parte subito con la concentrazione massima, non ha bisogno di strafare per strappare due volte il servizio a un Djokovic senza niente dentro e portarsi sul 4-0, di fronte agli occhi attenti di Cristiano Ronaldo e Raul, uomini-simbolo di due diverse ma ugualmente vincenti generazioni di Real Madrid, la squadra per cui Nadal stravede (un dolore non poter essere il 3 giugno a Cardiff, a meno di non farsi eliminare nei primi turni del Roland Garros). Anche il momento di Djokovic è in linea con quello della squadra per cui tifa, cioè il Milan: tanta confusione e un presente condizionato dall’incertezza futura. Non vogliamo credere che anche nei prossimi mesi il tuttora numero 2 del mondo continui ad affidarsi all'imbarazzato fratello Marko e al mezzo guru spagnolo Pepe Imaz, ma intanto al suo angolo ci sono loro e ci rimarranno fino a quando il campione avrà capito in quel direzione andare. Djokovic tiene discretamente gli scambi, ma non ne è mai padrone e non riesce mai a trasformare situazioni passive in attive, la sua vera specialità fino a nove mesi fa. Il 6-2 per Nadal è perfino poco, per la differenza vista alla Caja Magica.

Grido di vittoria

Nella seconda frazione Djokovic parte male come nella prima, subisce il break ma è bravo a scuotersi e a riportarsi sul 2 pari. Mini-impresa sottolineata con un’esultanza da vero Djokovic, non con il gesto di pace ispirato forse da Imaz che da un po’ di tempo fa vedere alla fine delle partite. Il tema tattico però non cambia: Nadal domina gli scambi e si apre lo spazio per il suo lungolinea mancino, a campo quasi sempre apertissimo. Djokovic continua ad andare a sprazzi, illudendo se stesso che tutto vada bene e che si debba soltanto sbloccare: in realtà è ancora così forte da poter raddrizzare le partite contro quasi chiunque, se soltanto lo volesse, ma non contro questo Nadal. Gli ultimi game sono relativamente combattuti, perché una parte del cervello di Djokovic si ribella alla sconfitta, ma nemmeno per un attimo Djokovic pensa di potercela fare e i suoi sguardi ironici verso il cielo dicono tutto. Nadal cambia marcia quando vuole, non ha bisogno di essere splendido come negli ottavi con Kyrgios e nei quarti con Goffin, e va quindi a prendersi un 6-2 6-4 che lo fa tornare alla vittoria contro Djokovic dopo sette sconfitte e dopo quasi tre anni, era la finale del Roland Garros 2014. Adesso gli scontri diretti segnano un bilancio di 26 a 24 per il serbo. Ma soprattutto Nadal può prendersi non la Decima, come a Montecarlo e Barcellona, ma una comunque notevolissima Quinta nel torneo sulla terra che soffre di più (tutto è relativo, visto che 4 volte l'ha vinto e altre 4 è arrivato in finale). Anche se questa sofferenza negli ultimi giorni l'ha provata soltanto contro Fognini.

Thiem

Nella semifinale serale, giocata di fronte a quattro gatti, Dominic Thiem ha dato una grande prova di soldità tenendo per due set contro un Pablo Cuevas che non ha concesso niente e che nei due precedenti (uno dolorosissimo, al Roland Garros 2015) lo aveva battuto. L'austriaco numero 9 del mondo ha sfondato soprattutto con il diritto e quasi mai l'uruguayano (numero 27) è stato capace di incrinare i suoi al solito pochi schemi. Un 6-4 6-4 abbastanza tirato, ma in nessun momento Thiem è sembrato davvero in pericolo. Per Thiem è la prima finale in carriera in un Masters 1000, a due settimane dalla finale di Barcellona (era un 500) strapersa proprio contro Nadal.