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Roland Garros: Murray passa a fatica, nei sedicesimi avrà Del Potro

Tennis

Stefano Olivari

Lo scozzese è riuscito ad evitare il quinto set contro Klizan, ma non è paragonabile al Murray dell'anno scorso. È comunque passato, mentre per Nick Kyrgios c'è stata l'ennesima bocciatura

ROLAND GARROS, IL TABELLONE MASCHILE

ROLAND GARROS, IL TABELLONE FEMMINILE

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Andy Murray è un parente alla lontana del Murray dell'anno scorso (nel 2016 a Parigi fu finalista contro Djokovic) e lo ha confermato anche contro Martin Klizan, battuto 6-7 6-2 6-2 7-6 con una bella reazione nel quarto set ma in generale con alti e bassi preoccupanti per quello che rimane il numero uno del mondo.

Senza Lendl

In teoria seguito sempre da Ivan Lendl, anche se in pratica l'ex campione cecoslovacco (c'era una volta la Cecoslovacchia) naturalizzato americano a Parigi non si è visto. Nervoso, falloso, con troppa fatica messa in ogni punto: e buon per lui che Klizan, numero 50 ATP che vale moltissimo di più, nei momenti decisivi abbia perso concentrazione. Alla fine un passaggio al terzo turno rimediato di mestiere, ma con gli applausi del pubblico per le soluzioni del mancino slovacco, in particolare il diritto lungolinea. Nei sedicesimi il livello di Murray dovrà alzarsi e non di poco, visto che l'avversario sarà Juan Martin Del Potro, che ha anche risparmiato energie sfruttando il ritiro di Almagro sul risultato di un set pari.

Bocciato Kyrgios

La sorpresa di giornata è arrivata dall'eliminazione di Nick Kyrgios, che ha qualche problema fisico ma non tale da farsi sorprendere da un buon mestierante come Kevin Anderson, che è stato numero 10 del mondo ma che adesso bordeggia la entry list dei Masters 1000 (è numero 56 ATP). Il sudafricano ha sfruttato il servizio e una buona attitudine alla terra rossa, ma senza la collaborazione di Kyrgios non avrebbe mai poturo vincere 5-7 6-4 6-1 6-2. Negli ultimi due set il ventiduenne australiano è tornato a certi attaggiamenti del passato, non tenendo quasi mai gli scambi prolungati: il futuro è suo e di Zverev, forse anche di Thiem, ma giusto perché i grandi degli ultimi dieci anni prima o poi si ritireranno. Ennesima bocciatura della NextGen in uno Slam, cioè nel tennis che conta e traccia i confini fra quelli bravi e i campioni.