Il record di Haas-Federer e il tennis moderno dominato dai vecchi
TennisA Stoccarda la clamorosa vittoria di Haas sul rientrante svizzero sarà ricordata anche come la partita dei tempi moderni con la più alta età media in campo. Solo una curiosità, che però si inserisce in una tendenza di fondo
La vittoria di Tommy Haas su Federer a Stoccarda sarà ricordata per diversi motivi, fra questi di sicuro il record per età media in campo in una partita ATP giocata negli ultimi 35 anni. Una curiosità, forse anche una di quelle statistiche che infestano gli articoli sul tennis in mancanza di meglio da dire, ma di sicuro una curiosità che si inserisce in una tendenza molto chiara: il tennis di alto livello, soprattutto quello maschile, è quasi monopolizzato da trentenni.
I tempi di Pietrangeli
Per trovare di meglio (o di peggio, a seconda dei punti di vista) rispetto ai 75 anni in campo nella Mercedes Cup, 39 di Haas e 36 di Federer, bisogna risalire ad una partita fra Ricardo Cano e Luis Ayala al torneo di Vina del Mar del 1982. Cano era un buon doppista argentino (fra i suoi partner Vilas e soprattutto il cileno Prajoux), all'epoca trentunenne, mentre Ayala era un mito del tennis cileno che da più di dieci anni si era ritirato e giocava soltanto esibizioni. Ai suoi tempi fortissimo e due volte finalista al Roland Garros (nel 1960 sconfitto da Nicola Pietrangeli, per dire di quali tempi stiamo parlando), Ayala aveva accettato la wild card del torneo di casa ma era a tutti gli effetti un ex giocatore. Insomma, come stato di forma niente di paragonabile ad Haas e soprattutto a Federer.
Il margine su Zverev e Kyrgios
Venendo ai giorni nostri e aspettando i prossimi record di Haas (è diventato il più vecchio a battere un top 5 dal 1992, quando un quarantenne Connors sconfisse Stich), bisogna dire che la tendenza è chiara da molto tempo. Il tennis moderno richiede una costruzione fisica ma soprattutto psicologica tale che il trentenne di adesso rispetto allo Zverev o al Kyrgios della situazione ha un margine superiore rispetto a quanto, ad esempio, avesse Lendl nei confronti di Agassi, per prendere due giocatori divisi da dieci anni di età. Paragoni in ogni caso forzati, perché soltanto in rarissimi casi si riusciva a dare il meglio fino ai trent'anni: Borg si è ritirato di fatto a 25, McEnroe dopo i 25 non ha più vinto Slam, così come Edberg dopo i 26 e Wilander dopo i 24, mentre altri come Connors e gli stessi Lendl e Agassi hanno trenuto botta più a lungo ma come versioni minori di ciò che erano stati da giovani.
Il teorema Wawrinka
I primi cinque giocatori dell'attuale ranking ATP (nell'ordine Murray, Nadal, Wawrinka, Djokovic e Federer) hanno tutti più di trenta anni e la spiegazione risiede anche nel loro livello, paragonato a quello degli avversari delle generazioni di mezzo (Raonic, Goffin e dintorni). Troppo forti loro o troppo deboli gli altri? Alla fine è la stessa cosa. Nadal ha vinto il suo primo Slam a 19 anni, Djokovic a 20, Federer a 22, Murray a 25 ma perché le prendeva dai primi tre, e soltanto Wawrinka dimostra in qualche modo il teorema che nel tennis di oggi si maturi più tardi. Il fatto che Zverev a Roma sia diventato il primo nato negli anni Novanta a vincere un Masters 1000 dice moltissimo. In altre parole, i Big 5 saranno realmente sostituiti soltanto quando non staranno più in piedi o avranno voglia di dedicarsi ad altro nella vita.