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Boris Becker dichiarato in bancarotta per un debito di 6 milioni

Tennis

Stefano Olivari

La sentenza del tribunale di Londra si riferisce ad un debito contratto due anni fa dal tre volte vincitore a Wimbledon, che lui pensava poter saldare ipotecando alcune sue proprietà. Becker è commentatore e testimonial pubblicitario di successo, ma nella gestione dei propri soldi non ha mai brillato

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Boris Becker è stato dichiarato in bancarotta dal tribunale di Londra, la Bankruptcy Court, per via di un pesante debito (equivalente a circa 6 milioni di euro) che il tre volte campione di Wimbledon non era più in grado di ripagare.

La sentenza della giudice-tifosa

Il magistrato che ha emesso la sentenza, la cancelliera Christine Derrett, sembrava sinceramente dispiaciuta ma i fatti erano troppo evidenti per aggiornare il caso al mese prossimo, come chiedevano gli avvocati del quasi cinquantenne campione tedesco. La curiosità è che la Derrett è un'appassionata di tennis e a suo dire avrebbe più volte, ai tempi, visto giocare Becker sul Centrale. Magari tifava Edberg, però... Ai giornalisti inglesi ha detto testualmente "One has the impression of a man with his head in the sand" ("Si ha l'impressione di un uomo con la testa nella sabbia", cioè di un Becker che nega i suoi problemi o non si rende conto di averne) e sinceramente è un commento che può piacere agli amanti della giustizia-spettacolo ma che la Derrett si poteva risparmiare. Il caso riguarda un debito contratto due anni fa dall'ex tennista, che lui pensava di poter ripagare ipotecando varie proprietà immobiliari, in particolare una a Maiorca. Becker non è riuscito a pagare le rate del piano di rientro dal debito ai finanziatori, che poi ovviamente gli hanno fatto causa (si tratta della banca privata Arbuthnot Latham & Co). Uno dei suoi avvocati ha detto che stava per arrivare un nuovo finanziamento da una banca spagnola, ma la questione si trascina da mesi e il tribunale non gli ha più creduto. La cifra di cui si sta parlando, equivalente a 6 milioni di euro, è una perdita tollerabile per chi ha guadagnato non meno di 100 milioni fra premi e sponsorizzazioni, ma rimane comunque notevole.

Danno di immagine

Difficile dire dove siano finiti i 6 milioni in questione, probabilmente in spese private e sostegno alle varie attività imprenditoriali. I suoi stessi avvocati per difenderlo l'hanno denigrato: "Non è una persona molto competente in materia finanziaria". Non hanno torto, visto come sono finite tante iniziative, tipo quelle web, senza contare i problemi (eufemismo) con il fisco tedesco e la totale distanza dalle cose concrete, che gli viene riconosciuta (a volte in positivo, come segno di buona fede) anche da chi lo detesta. E pensare che come commentatore e strapagato testimonial pubblicitario Becker non avrebbe a prima vista bisogno di finanziamenti. Sul suo profilo Twitter si autodefinisce imprenditore, prima ancora che ex tennista, già questo spiega molto. La questione non è essere stato uno sportivo o no, perché pur non avendo grandi studi alle spalle Becker fin dai 16 anni si è abbeverato alla fonte di un genio come Ion Tiriac (che lo costringeva ogni mattina a leggere i quotidiani, per dargli una visione più ampia del mondo) e quindi se avesse avuto talento imprenditoriale gli strumenti per fare bene non gli sarebbero mancati. Non finirà sotto i ponti, da tante sono le sue entrate anche correnti (per non parlare del passato), anche se situazioni familiari presenti e passate lo costringono a far girare il tassametro, quindi nessun articolo strappalacrime. Questa storia gli toglie però immagine e un'aura di positività che nel mondo del tennis, legato spesso soltanto a sensazioni, conta molto. Certo Djokovic non è passato da lui ad Agassi per un debito non onorato nei confronti di un altro, ma si tratta comunque di una botta.

La replica di Boris

Sono davvero sorpreso dalla sentenza di oggi: sono assolutamente in grado di pagare il mio debito, e lo paghero'". Cosi' Boris Becker, in una nota, ha replicato alla condanna del tribunale di Londra che lo ha dichiarato in 'bancarotta'. "Si tratta di un vecchio debito su cui c'era da discutere, che io avrei dovuto rifondere entro un mese. E' sconcertante che non sia stata accolta la mia richiesta di rinviare di 28 giorni l'udienza".
"I miei guadagni sono ben pubblicizzati - ha poi ironizzato l'ex tennista tedesco - ed e' chiaro che ho tutte le possibilita' di ripagare il debito. Il valore dell'asset in questione - ha concluso Becker, riferendosi alla casa di Maiorca al centro della disputa - e' molto superiore al debito. Ora pero' voglio concentrarmi sul mio lavoro di commentatore di Wimbledon".