Al Gerry Weber Open battendo Khachanov lo svizzero ha raggiunto la centoquarantesima finale in carriera in un torneo ATP. Sarà contro la giovane stella tedesca, che nella sua semifinale ha piegato a fatica un ottimo Gasquet
Roger Federer è ancora lui: nella semifinale del torneo di Halle ha battuto 6-4 7-6 il russo Karen Khachanov, raggiungendo per centoquarantesima volta in carriera la finale di un torneo ATP. Suo avversario sarà Alexander Zverev, che ha superato Richard Gasquet 4-6 6-4 6-3.
La ricerca del rovescio
Alla quinta partita dopo il rientro, Federer si sta togliendo di dosso la ruggine e contro uno dei migliori esponenti della NextGen (Khachanov ha 21 anni, 15 meno dello svizzero) ha giocato con grandissima attenzione e senza pensare ad allenare i colpi da fondo come aveva fatto nei turni precedenti. Nel primo set i servizi di entrambi hanno iniziato a funzionare tardi, quando Federer aveva un break di vantaggio contro un russo dal diritto meno impressionante del solito. Khachanov è numero 38 del mondo ma non ha la mentalità di tante vittime designate di Federer, anche messe meglio come ranking, così ha iniziato a picchiare sul rovescio del numero 5 del ranking con cinismo e continuità. Qui Federer ancora non è al massimo, quando deve giocare top (la svolta tecnica che gli ha consentito il triplete su Nadal di inizio 2017), e per questo si è messo a 'tagliare' con umiltà. Poi si è aggrappato al servizio, arrivando anche al break sul 4 pari. Qui Khachanov con i suoi limiti tattici (o tira forte o tira fortissimo) ha dimostrato di avere dentro tanto, strappando il controbreak ed avendo poi due set point sul 6-5. Nel tie-break poi il più bravo ha portato a casa set e partita, aggiornando il libro dei record: delle 139 finali finora giocate ne ha vinte 91 e perse 48. Riducendo il discorso ad Halle, domani (finale alle 13) potrebbe conquistare il trofeo per la nona volta. Non sarà facile, perché proprio qui l'anno scorso un diciannovenne Zverev lo superò in semifinale in tre set, perdendo poi la finale con Florian Mayer, ieri battuto da Federer nei quarti. Sembra sempre di parlare degli stessi nomi ed in effetti è così, visto che per tutti vale il principio che bisogna difendere i punti dell'anno prima ed impedire il ricambio: non è colpa di Halle, ovviamente, ma di un sistema di punteggio che favorisce troppo chi è già nel giro giusto.
Scontro generazionale
Nella sua semifinale Zverev ha dovuto dare il 100% per avere ragione di un Richard Gasquet ispirato come nei giorni migliori, ma soprattutto puntuale nel leggere le traiettorie del servizio del tedesco. Il trentunenne francese ha un tocco che Zverev non avrà mai, come si è visto anche nelle incursioni a rete del tedesco (comunque lodevoli, segno che pensa in grande), ed ha vinto il primo set giocando sulla sua nuvola. Poi Zverev ha alzato il livello della fase difensiva, pur continuando a giocare troppo dietro rispetto alla linea di fondo, azzeccando una serie di passanti da highlights che in altre giornate forse non gli sarebbero entrati. Gasquet non ha grandi colpe, se non quella di avere meno punti gratis rispetto al al tedesco, così la sua buona settimana si è chiusa in semifinale: è numero 30 del mondo, ma a Wimbledon partirà battuto contro pochissimi. Quanto a Zverev, che al primo turno aveva battuto Paolo Lorenzi, ha dato agli organizzatori del Gerry Weber Open la finale che tutti volevano, scontro generazionale e psicologico che nei precedenti incontri (2-1 per lui) ha dimostrato di soffrire meno di Federer. Magari vendicherà suo fratello Mischa che ha incrociato Federer negli ottavi, di sicuro sarà una partita interessante che si distinguerà dalle troppe esibizioni in maschera di questi torneini pre-Wimbledon.