Wimbledon, Stan Smith: campione senza tempo

Tennis

Matteo Renzoni

Stan Smith (Getty)
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Sono ormai passati 45 anni dalla storica finale contro Ilie Nastase, ma il leggendario Stan Smith continua a divertirsi sui campi dell'All England Club. E le scarpe con il suo nome continuano ad essere un evergreen 

Il nome completo è Stanley, il cognome Smith. Così forse si fa meno fatica a pensare che Stan Smith sia prima di tutto un campione di Wimbledon, poi magari una scarpa bianca con inserti verdi che ha fatto la storia della moda casual diventando una sorta di evergreen. Proprio come questo signore del tennis che sotto i baffoni americani ancora si diverte a tirare un dritto che funziona – per sua stessa ammissione divertita – e un servizio che però comincia a sentire il peso dei settant’anni. Quarantacinque invece ne sono trascorsi da quella finale vinta sul prato di Church Road contro Nastase. Mr Smith, che i meno informati continuano a scambiare per una calzatura, in questi giorni le scarpe – quelle personali – le ha piazzate di nuovo sul campo. Perché giocare lo diverte ancora anche se il momento preferito è il cambio di campo quando si siede e riprende fiato.

E di tennis ha continuato a vivere, anche perché pare che Smith non abbia mai ricavato royalty dal suo faccione stilizzato accompagnato da autografo, entrambi stampati dal 1972 su quella linguetta che diverse generazioni hanno stretto sotto i lacci. E considerando che, piede più piede meno, le paia vendute sono circa 40 milioni, il guadagno sarebbe potuto essere nettamente maggiore del premio riconosciuto al campione di Wimbledon 1972. Così Stan, che gestisce un’accademia tennistica in North Carolina, ha deciso di dedicare il tempo libero a raccogliere aneddoti legati alle “sue” scarpe. Il progetto è avviato a tal punto che entro la fine dell’anno dovrebbe riuscire a stamparli tutti all’interno di un libro. Il titolo non si conosce però potrebbe essere una cosa tipo: “Sono un tennista, non una scarpa”.

D’altra parte Stan ci ha sempre giocato, con quelle scarpe ma anche con questo curioso equivoco. La storia personale che più l’ha colpito è quella di un giovanotto che addirittura le ha usate per andare all’altare, d’altra parte gli avevano portato fortuna in occasione del primo appuntamento con quella che sarebbe diventata sua moglie. Sicuramente a funzionare è stato il matrimonio di Stan con la moda, tutto sommato nato in maniera abbastanza naturale. A proposito, qualcuno ha mai pensato che sul petto di mezzo mondo continua a sostare un coccodrillo capace di vincere Wimbledon due volte? Questa è un’altra storia, ma è anche vero che fare confusione tra un uomo e una scarpa è forse più grave. In qualsiasi caso standing ovation per Stan Smith: tutti in piedi o, in alternativa, tutti ai piedi.