US Open: trionfo di Nadal, Anderson ko in finale

Tennis

Claudio Barbieri

Rafa Nadal ha vinto gli US Open 2017 (Getty)

New York ha trovato il nuovo re: il numero 1 del mondo conquista il 16^ Slam della carriera e il terzo titolo a Flushing Meadows dopo quelli del 2010 e del 2013 battendo 6-3, 6-3, 6-4 il sorprendente sudafricano

Rafa Nadal ha conquistato gli US Open 2017. Il maiorchino, numero 1 del mondo, ha battuto il sudafricano Kevin Anderson con i parziali di 6-3, 6-3, 6-4 in 2 ore e 27' di gioco. All’Arthur Ashe Stadium non c'è stata praticamente mai partita, con Rafa che ha sfruttato la varietà di colpi e una condizione fisica eccellente per demolire le certezze del 32^ giocatore del mondo, tradito dalla sua arma vincente, il servizio (59% di prime in campo, solo il 36% di punti sulle seconde e 4 doppi falli a fronte di 10 aces). Nadal, alla 23^ finale di uno Slam, porta a casa il 16^ Major e il terzo titolo a New York dopo quelli del 2010 e del 2013. Lo spagnolo torna a vincere sul cemento dopo oltre tre anni (gennaio 2014 a Doha) e conquista a Flushing Meadows il 74^ titolo della carriera, il quinto del 2017 dopo Montecarlo, Barcellona, Madrid e Roland Garros. 

Primo set: 6-3 Nadal

Anderson parte forte con il servizio: un ace e sette prime in campo gli consentono di rompere subito il ghiaccio e portarsi avanti 1-0. Nadal non mette mai la prima (0/5), ma in compenso lascia a 15 l'avversario, pareggiando i conti sull'1-1. Nel terzo infinito game (18 punti e ben 10'), Rafa ha due palle break, ma il sudafricano è bravo ad annullarle, mantenendo così la testa avanti in un match molto equilibrato, nonostante i valori impari sulla carta. Rafa si scatena in battuta, non concede nemmeno un punto sul proprio turno di servizio e impatta 2-2, prima di vedersi annullare ancora due break-point e tornare ad inseguire Anderson, che si salva in un altro game al cardiopalma (16 punti e ancora 10' di durata) grazie anche ai 6 aces finora a referto. Il numero 1 del mondo tiene senza particolari problemi il servizio e al quinto tentativo di break riesce a mettere finalmente la testa avanti 4-3. Nadal consolida il vantaggio sul 5-3, regalando un paio di giocate super che fanno spellare le mani al parterre de roi che vede presenti, tra gli altri, Hillary Swank, Tony Bennett, Matt Dillon, Rupert Murdoch, Bill Gates e Tiger Woods. Il secondo break nel nono game regala a Rafa il primo set per 6-3, grazie ad appena 5 errori gratuiti contro i 23 di Anderson e a un'efficienza strepitosa a rete (7/7). 

Secondo set: 6-3 Nadal

Nadal riparte da dove aveva terminato nel primo parziale, ovvero tenendo il servizio a zero (solo 4 i punti concessi in battuta ad Anderson nei primi 10 games), ma il sudafricano interrompe un'emorragia di quattro giochi consecutivi persi e si riporta in parità sull'1-1. La precisione al servizio diventa un'arma devastante per entrambi (Rafa ha addirittura l'81% di punti sulle prime e l'83% sulle seconde), che tengono senza troppi patemi i propri turni (3-2). Nel sesto game, Nadal alza l'intensità e grazie ad un paio di incursioni vincenti a rete (16/16 nel match!), piazza il break che lo porta avanti in un amen 5-2. L'atteggiamento encomiabile di Anderson del "non mollare mai" serve solo a limitare i danni: Rafa chiude il set ancora sul 6-3, grazie a turni di servizio decisamente più corti del sudafricano (43 battute a 80 il conto al termine dei primi due set), che sulla seconda ha vinto appena il 38% dei punti

Terzo set: 6-4 Nadal

La netta disparità di valori in campo comincia a farsi sentire pesantemente: anche il servizio tradisce Anderson, che subisce subito il break e si trova sotto 2-0 senza quasi nemmeno accorgersene. Il 31enne africano non difetta certo di grinta e carattere, come dimostrano i costanti "come on" rivolti a se stesso ad ogni punto portato a casa, ma uno US Open si vince anche con tecnica e varietà di colpi, esattamente i punti di forza di un Nadal che, giocando in pantofole, vola 3-1. Anderson chiede l'assistenza del trainer per un problema all'indice della mano destra (probabilmente una vescica) e resta a distanza di sicurezza (5-3). Nonostante qualche urlo maligno dalle tribune, Rafa tiene il servizio (terminerà con l'84% di punti sulla prima, il 70% sulla seconda, un solo doppio fallo e appena 11 errori gratuiti) che gli porta in dote il terzo trionfo agli US Open, il 16^ Slam e la certezza quasi matematica di chiudere questo magico 2017 in testa alla classifica mondiale. E la stagione non è ancora finita...