Carreño Busta lancia la racchetta in tribuna: tutte le altre "follie" nella storia del tennis

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Carreño Busta viene eliminato nel torneo ATP di Bueons Aires dal connazionale García López e scaglia la racchetta in tribuna. Ma lo spagnolo non è solo quando si parla di nervosismo: da Federer a Djokovic, tutti a scuola da John McEnroe. Ma lo sfogo più clamoroso rimane quello di Marcos Baghdatis 

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Il colpo non va e la racchetta parte: distrutta, come spesso capita ai tennisti per sfogare la frustrazione di una giornata storta. Solitamente contro la superficie, essa sia cemento, terra battuta o erba. Ha voluto aggiungere un tocco personale Pablo Carreño Busta, sconfitto nell’Open di Argentina nel secondo turno dal connazionale Guillermo García López. Il torneo è un ATP Tour 250, ma il ko 7-6,1-6, 7-6 non è evidentemente andato giù allo spagnolo, che persa la partita ha lanciato la propria racchetta direttamente in tribuna. Nessun pericolo, il colpo non è partito forte verso gli spalti. Quasi più un lob in realtà, con la racchetta che è scesa lentamente tra le braccia di un fortunato tifoso che ha poi anche postato su Twitter la sua foto: “Ecco il risultato di quando Carreño perde: ai arrabbia e lancia la racchetta tra i tifosi”.

Nole e i suoi fratelli

Gli esempi però nel mondo del tennis sono potenzialmente infiniti quando si parla di lancio di racchetta. Inevitabile anche tra i grandi campioni che dominano la classifica Atp. Basti pensare a uno come Federer, solitamente impassibile di fronte ad ogni problema, quando nel 2009 al Masters 1000 di Miami venne sconfitto da Djokovic in semifinale. Colpo sbagliato e racchetta scagliata a terra: mezza distrutta. O ancora: Andy Murray, altro tennista che per origine - il classico self control britannico - dovrebbe essere incline alla calma più di molti. Eppure… torneo di Shanghai, anno 2012. La finale viene persa contro Djokovic 7-5, 6-7, 3-6, e un’altra racchetta si rompe. E poi c’è proprio lui, Novak Djokovic, al momento scivolato fuori dalla top 10 della classifica mondiale. Nole, sempre a Shangai ma nel 2016, venne eliminato da Bautista-Agut. Quel giorno il serbo ruppe la racchetta e si strappò anche la maglietta dal nervosismo. Oppure basti pensare al Roland Garros del 2016. Quando, nei quarti, l’allora numero 1 al mondo eliminò sì Tomas Berdych, ma con molta fatica. Dopo un errore la racchetta venne scagliata a terra: giudice di linea sfiorato, multa da quattro mila euro, e anche un pesantissimo rischio squalifica poi però scampato (quell’anno l’Open di Francia lo vincerà proprio lui). Ma il record rimane nelle mani di Marcos Baghdatis, quando durante un break negli Australian Open del 2012 distrusse quattro racchette consecutivamente. Una scena ai limiti del comico che si concluse con l’ovazione del pubblico ad ogni racchetta saltata e le risate finali anche dello stesso tennista cipriota. Anche in quel caso nessuna squalifica.

A scuola da McEnroe

Chi invece venne realmente squalificato fu John McEnroe, il 21 gennaio 1990 all'Open d’Australia. Vero, in quel caso pesarono molto di più gli insulti al giudice Armstrong e al supervisore del match, ma anche il lancio di racchetta (che gli costò un punto di penalizzazione) influirono nella sua esclusione finale. Quella in Australia però non fu la prima e nemmeno l’unica squalifica del tennista americano: nel torneo di Stoccolma del 1984 infatti il suo sfogo più celebre. Il torneo fu vinto proprio da lui, battendo in finale il polacco Fibak, ma in un momento di nervosismo McEnroe iniziò a distruggere qualsiasi cosa fosse nei suoi paraggi, e non solo la racchetta. Quel gesto gli costò 21 giorni di squalifica dall'ATP e una multa di 7500 dollari.