Cecchinato, Roland Garros 2.0: quando una vittoria contro Djokovic cambia la tua vita

Tennis

'Ceck' tornerà a Parigi un anno dopo l'impresa delle semifinali e la vittoria ai quarti contro Djokovic. La sua vita è cambiata in 365 giorni: dai Challenger a numero 19 al mondo, dalla squalifica alla storia

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Stessa doccia, stessi messaggi e stesse scarpe, il suo Roland Garros sarà un remake di gesti già visti. Perché Marco Cecchinato è un po’ superstizioso, “certe fissazioni lo fanno star bene”. Ma non è legato ai numeri: si è tatuato il 13 perché “gli porta fortuna”. E una volta, prima di Parigi e Nole, entrò in top 100 dopo aver vinto una gara di venerdì 17.

Oggi Cecchinato è 19esimo, un anno fa giocava nei Challenger e domenica tornerà al Roland Garros un anno dopo aver battuto Djokovic. Un miracolo sportivo, quei 4 set che hanno stravolto la sua vita, perché nella sua storia c’è un prima e dopo Nole. 

Un anno dopo Djokovic

Questione di sicurezza, fiducia, soprattutto lavoro: “In un mese sono diventato un giocatore vero”. Basta acquisire un po' di consapevolezza in più, la voglia di farcela. Riavvolgiamo il nastro, back to 2018: Cecchinato batte Nole in 4 set e diventa il primo italiano a raggiungere una semifinale dell’Open di Francia 40 anni dopo Barazzutti.

Applausi e lacrime al 'Suzanne Lenglen'. Una maglia sporcata dalla terra rossa , le mani sul viso e la racchetta a terra, uno sguardo sognante alle telecamere nel post partita. Stavolta ripartirà da zero, nel primo turno affronterà il francese Nicolas Mahut, numero 253 Atp, arrivato grazie a una wild card (sarà il suo 17esimo e ultimo Roland Garros). Curiosità: è famoso per aver giocato il match più lungo della storia del tennis contro Jonh Inser, iniziato a Wimbledon il 22 giugno del 2010 e concluso il 24 dopo 11 ore di gioco. 

L'abbraccio tra Djokovic e Cecchinato il 5 giugno di un anno fa. Ceck sconfitte Nole in 4 set (6-3, 7-6, 1-6, 7-6)

La smorzata di Ceck, da Palermo a Parigi

Ora Cecchinato è cresciuto, nell’ultimo anno ha iniziato a giocare a tennis per davvero, e senza paura. Aiutato anche dal suo coach Simone Vagnozzi: “Quando mi ha preso ero scivolato al numero 200, aveva tante pressioni, ma tutti i miglioramenti che ho avuto sono merito suo”. Soprattutto la smorzata di Ceck, il rovescio magico che ha conquistato Parigi: “É stato il primo a dirmi che se non avessi migliorato quel colpo non avrei avuto risultati”.

Stavolta farà le stesse cose di appena un anno fa, è troppo scaramantico per cambiare la routine. Stesso messaggio alla ragazza, stesse calze e infine sì, la doccia di sempre: “Se non è libera, aspetto”. Di sicurò riguarderà gli highlights del match che ha cambiato la sua storia, quel passante di rovescio che sorprende Nole e atterra prima dell’out: “Ogni tanto rivedo ancora la traiettoria della palla, e mi auguro che entri in campo”. Da Palermo a Caldaro, in Alto Adige: “E’ stato difficilissimo, ero abituato al sole e il mare, mi sono ritrovato tra la nebbia, la neve e le montagne. Avevo soltanto 17 anni, ero solo". 

"Dopo Parigi mi sentivo imbattibile"

Dal calcio al tennis grazie ai consigli di suo zio, dai Futures in Sardegna contro Novak ai tre titoli Atp vinti tra aprile 2018 e febbraio 2019: Budapest, Umago e Buenos Aires (in finale ha battuto Millman, Pella e Schwartzman. Prima ancora una squalifica di 18 mesi nel 2016 per scommesse illegali: “E’ stata una leggerezza di gioventù che l’ha costretto a lottare, l’ha fortificato e ha solo ritardato i successi che ha avuto. Era destino che arrivassero”.

Parola di papà Sergio, punto di riferimento totale. L’anno scorso, prima di fermare Novak Djokovic ai quarti di finale, Cecchinato sconfisse Copil, Trungelliti, Carreño Busta e David Goffin, prima di arrendersi a Thiem in semifinale: “Dopo Parigi mi sentivo imbattibile”.

In un anno è diventato un tipo maniacale. Cura il fisico e l’alimentazione, la tecnica e gli integratori, il riposo e gli allenamenti. Quel rovescio a una mano che prima lo penalizzava: “Ho lavorato sui miei punti deboli”. Ora è il numero 19 al mondo, un anno fa non era nessuno. Merito di Parigi, città dell'amore, custode di imprese. Garantisce Marco. 

Cecchinato sulla terra rossa del Suzanne Lenglen di Parigi dopo aver battuto Djokovic