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Wimbledon, Djokovic-Kyrgios e il loro nuovo rapporto di bromance

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Giorgia Mecca

L'australiano e il serbo, avversari domenica nella finale di Wimbledon, hanno ritrovato armonia dopo le parole di Kyrgios dello scorso gennaio che aveva criticato il governo del suo paese per il comportamento tenuto nei confronti di Djokovic. Ma in passato i rapporti non sono sempre stati dei migliori

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E la chiamano bromance. Il termine usato da Kyrgios per descrivere il suo nuovo idillio con Novak Djokovic, al tennista serbo non piace molto, ma è vero che tra i due i rapporti nell’ultimo anno sono decisamente migliorati.  

Prima dell’idillio, di fraterno tra i due c’è stato ben poco. E tutto è stato condiviso sui social, almeno dalle parti del bad boy australiano, fedele al politically uncorrect. A fine estate 2020, il tennis cercava di ripartire nonostante la pandemia. A New York erano appena cominciati gli Us Open, con i giocatori in una bolla per provare ad evitare il contagio. Kyrgios aveva fatto sapere che non avrebbe partecipato a quell’edizione per rispetto delle vittime. Il 26 agosto, mentre Djokovic sembrava vicino alla vittoria del titolo (fu squalificato però agli ottavi di finale per avere lanciato una pallina contro la giudice di linea) ecco il tweet del’australiano: “Che giocatore. Potrebbe rimanere imbattuto nel 2020, non posso farci niente. Sfortunatamente però quando avrebbe dovuto mostrare un po’ di leadership e umiltà è scomparso. La maggioranza direbbe che è un perdente”. Kyrgios si riferiva all’Adria Tour, il torneo organizzato organizzato dal serbo in piena pandemia senza obbligo di mascherine né di distanziamento, durante il quale molti dei partecipanti avevano contratto il Covid-19. 

Nel 2021 il bad boy australiano, con poche parole perentorie aveva di nuovo espresso via Twitter ciò che pensava dell’allora numero uno al mondo: “Djokovic is a tool”. Il ventisettenne di Canberra si riferiva alla richiesta del serbo di ammorbidire le restrizioni e la quarantena per i giocatori arrivati a Melbourne per giocare gli Australian Open. A quel tweet il serbo non ha mai risposto direttamente, durante una conferenza stampa ha solo detto di non avere grande stima di Kyrgios: “Fuori dal campo non lo rispetto. Questo è tutto ciò che ho da dire sui suoi commenti passati e futuri”.  

Dentro il campo, Kyrgios è uno dei pochi giocatori ad avere un bilancio positivo tra vittorie e sconfitte contro Djokovic: 2 a 0 in suo favore. Gli unici loro scontri diretti risalgono però al 2017, Acapulco e Indian Wells, in entrambi i casi l’underdog aveva trionfato in due set. Memore dei precedenti Djokovic nei giorni scorsi ha infatti detto che il suo futuro avversario è un “big match players”, un giocatore che si esalta quando deve giocare le partite importanti contro campioni importanti. Pur non volendo definire il nuovo rapporto usando il termine bromance, ha ammesso anche lui che la loro relazione è migliorata. Durante l’ultimo allenamento prima della finale, i due si sono allenati ad Aorangi Park, in campi adiacenti. A un certo punto, c’è stato un mini dialogo, partito da Novak che ha detto:  

 “Ci hai messo cinque anni prima di dire qualcosa di carino su di me”. 

 Nick ha risposto: “Però ti ho difeso quando serviva”. 

 “Hai ragione, è ciò che hai fatto”.  

L'armonia ritrovata risale allo scorso gennaio quando Nick Kyrgios ha criticato il comportamento del governo australiano nei confronti di Novak Djokovic, posto in custodia cautelare subito dopo essere arrivato a Melbourne per giocare gli Australian Open. 

Stando a quanto raccontato da Kyrgios nei giorni scorsi i due giocatori ogni tanto si scrivono anche su Instagram, l’ultimo messaggio è stato del serbo: “Spero di incontrarti domenica”, gli ha scritto all’inizio della seconda settimana del torneo.  

A poche ore dalla finale però l’amicizia recente è meglio metterla da parte, adesso non è tempo di bromance, è tempo di Championships.