Atp Queen's, Alcaraz-de Minaur in finale. Battuti Korda e Rune

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Michela Curcio

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Il neofita contro lo specialista sull’erba: a giocarsi la finale nell’ATP 500 del Queen’s saranno Carlos Alcaraz e Alex de Minaur. Lo spagnolo ha sconfitto lo statunitense Sebastian Korda con un netto 6-3, 6-4, mentre l’australiano ha piegato il danese Holger Rune con il punteggio di 6-3, 7-6

Sarà Alcaraz il classe 2003 in finale al Queen’s. Contro Korda, però, lo spagnolo parte contratto e subisce un break a freddo. Chiamato a confermare il vantaggio acquisito, però, lo statunitense si inceppa dal 40-15, commette due doppi falli di fila, più un terzo sull’ulteriore occasione di 2-0 e, alla fine, restituisce il break. Nonostante sull’erba sia più facile ottenere punti diretti dal servizio, sia per Alcaraz che per Korda si susseguono le palle break, ma entrambi gestiscono con attenzione tutte le occasioni che potrebbero dare all’altro un vantaggio di rilievo. L’equilibrio, infine, si spezza sul 4-3, con il classe 2003 spagnolo che strappa il servizio allo statunitense grazie un vincente di dritto a oltre 150 km/h chiudendo poi il set per 6-3.  Costretto a inseguire nel punteggio, Korda sembra sempre più demoralizzato: sull’1-1 nel secondo set, lo statunitense va subito sotto 0-40, complice un altro doppio fallo, il sesto nel match, e poi subisce una risposta vincente di dritto da Alcaraz sulla palla break. Allo spagnolo non rimane che amministrare il vantaggio acquisito, chiudendo la semifinale al secondo match point utile. Per Alcaraz questa è la quattordicesima finale in carriera, la sesta nel 2023, la prima sull’erba. Vincendo il titolo, inoltre, lo spagnolo tornerebbe in vetta al ranking ATP, superando Novak Djokovic.

In finale lo spagnolo troverà de Minaur

Alle 14.00 di sabato su Londra il cielo è nuvoloso, ma non piove e il pubblico è pronto per due partite “green” anche anagraficamente. I quattro semifinalisti al Queen’s, infatti, hanno tutti meno di 25 anni. Anzi, de Minaur, che è un classe 1999, con i suoi 24 anni, è il più “anziano” di tutti. Ed è proprio la maggiore esperienza sui prati – tanto che l’australiano è l’unico tra i quattro ad aver vinto un titolo ATP su erba, a Eastbourne, nel 2021, sconfiggendo in finale il nostro Lorenzo Sonego – che gli permette di interpretare meglio la semifinale con Rune fin dai primi game. Nel primo set un break in apertura e uno in chiusura sono decisivi perché de Minaur incameri un prezioso parziale di vantaggio dopo poco più di mezz’ora – e senza neanche offrire palle break. Rune non ci sta e a inizio secondo set si procura finalmente una palla break, senza però riuscire a sfruttarla. Il danese non sembra avere la stessa carica emotiva e agilità sull’erba messe in mostra durante la partita contro Musetti e questo disagio tattico rischia di essergli fatale già sul 4-3, con de Minaur che avrebbe due opportunità per andare a servire per la finale. Rune però si salva e, dimostrando il proprio temperamento, si procura lui nell’undicesimo game due palle break che gli permetterebbero di riaprire la partita e di portarla al terzo set. De Minaur, però, evita guai maggiori, si rifugia al tiebreak e, costringendo il danese a forzare soprattutto il dritto in corsa, chiude la semifinale al primo match point utile. Per de Minaur questa è la dodicesima finale in carriera, la seconda nel 2023, la quarta in un ATP 500, la seconda sull’erba.

 

Ad Halle la finale sarà Bublik-Rublev

Nell’ATP 500 di Halle, la finale sarà tra Alexander Bublik e Andrey Rublev: per il kazako questa è l’ottava finale in carriera, la terza sull’erba, la prima in un ATP 500. Il russo, invece, proverà a vincere il quattordicesimo titolo ATP, il primo sull’erba, dopo esserci andato vicino nella finale persa contro Humbert proprio ad Halle nel 2021. Nella prima semifinale, Bublik ha sconfitto il padrone di casa, Sascha Zverev, per 6-3, 7-5, giocando una partita pressoché perfetta con la smorzata e con il dritto, impreziosita da 14 ace. Al tedesco, che può rimproverarsi soltanto una gestione un po’ frettolosa del game che avrebbe potuto regalargli quantomeno la chance di giocarsi il secondo set al tiebreak, rimane la consolazione di essere tornato tra gli ultimi quattro in un torneo sull’erba per la prima volta dal 2017. Da lunedì, inoltre, Zverev sarà di nuovo numero 1 di Germania, superando Struff nel ranking ATP.  A proposito di ranking, invece, indipendentemente da come andrà la finale, Bublik si è garantito di essere testa di serie a Wimbledon. Virtualmente il kazako è numero 33 ATP e in caso di titolo ritoccherebbe il proprio best ranking, salendo alla posizione numero 26 in classifica. Nella seconda semifinale, Rublev ha avuto la meglio sulla testa di serie numero 8, Roberto Bautista Agut per 6-3, 6-4. Il russo ha dominato nel primo set, dove ha avuto ben otto palle break, ma ne ha sfruttate soltanto due. Più sofferto il secondo parziale, con lo spagnolo che era stato avanti 2-1 e servizio prima che Rublev ricucisse la distanza per poi mettere a segno lo strappo decisivo nell’ultimo game del match, non prima, però di aver salvato due occasioni di break che avrebbero mandato Bautista Agut a servire per portare la partita al terzo set. Per il russo questa è la ventunesima finale in carriera, la quarta nel 2023 dopo quella vinta a Monte-Carlo contro Rune e quelle perse a Dubai contro Medvedev e a Banja Luka contro Lajovic.