Pennetta-Fognini, su Sky "un doppio in famiglia". VIDEO

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Flavia Pennetta e Fabio Fognini: un viaggio a 360° tra tennis e famiglia. Insieme a Stefano Meloccaro, un’intervista che racconta l’esigenza di coniugare professione e sentimenti. Lo speciale su Sky Sport e già disponibile on demand

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Buon compleanno Casa dello Sport: Flavia Pennetta e Fabio Fognini hanno partecipato al talk “Doppio in Famiglia”, insieme a Stefano Meloccaro per celebrare i 20 anni di Sky. Lo speciale già disponibile on demand.

 

Come stai? Hai fatto delle cose eccellenti a inizio stagione, ma ti sei anche fatto molto male; si va verso la stagione del cemento americano, dove si spera di rivederti in campo

"Mi sto riprendendo- spiega Fognini a Sky Sport- ci stiamo allenando tanto, diciamo che ancora per gli impegni sportivi non so dire, perché non so uno schedule, con tutto quello che è successo in questi cinque, sei mesi. Mi sono fratturato un dito del piede, mi sono rotto l’inserzione della fascia plantare, mi sono strappato il pettorale. Diciamo che non so cosa può mancare. Adesso sto facendo il papà e la fisioterapia a tempo pieno".

 

Sono passati quasi dieci anni dalla storica vittoria allo US Open, con tanto di annuncio di ritiro dall’attività agonistica; quale è la prima cosa che ti viene in mente?

"Rivedendo quelle immagini, ho veramente la pelle d’oca- ammette Flavia Pennetta- e mi viene da piangere, oggi. In quel momento ricordo che non piansi, ero tranquilla, ero serafica, non mi è uscita neanche una lacrima, Adesso, però, quando rivivo quei momenti, mi emoziono tantissimo, perché sono passati quasi dieci anni, avevo le idee chiare allora e continuo ad averle anche oggi.

 

Magari, ti ha aiutato il fatto di sapere che quello sarebbe stato l’ultimo torneo della tua vita

"In campo, sicuramente si, durante la partita. Ho pianto molto la sera prima e la mattina prima di andare al circolo. Quindi, non avevo più lacrime per la tensione, perché non sapevo come gestire una situazione che era un’occasione incredibile. Sapevo che era l’ultima, che non dovevo sbagliare, che dovevo portarla a casa si o si, che era la mia ultima chance. Questo mi ha un po’ destabilizzata la sera prima e la mattina, ma una volta messo piede in campo, nel circolo, è stato come un computer".

 

Sei entrata in modalità “adesso vinco lo Slam”

"Esatto. Sono veramente pochi quelli che hanno smesso nel momento giusto

Vent’anni fa mi chiedevano sempre cosa avrei voluto lasciare al tennis e ho sempre risposto che vorrei essere ricordata come, forse, la più forte giocatrice italiana, lasciare un segno nel tennis italiano, ma lasciarlo così tanto nel mondo, con un addio del genere, è ancora più bello".

Primo italiano a vincere un Master 1000, quello di Monte-Carlo del 2019, in finale sul serbo Dusan Lajovic: a Flavia vengono ancora le lacrime quando rivede queste cose; tu, invece, sei un freddo calcolatore e non ti commuovi...

 

"Un po' si, mi fa pensare- spiega Fognini-più che commuovere. Non è successo tanto tempo fa, però l’ho vinto, anche perché in finale era un’occasione, dopo aver battuto Nadal in semifinale. Con tutto il rispetto, partivo favorito in una finale di un Master 1000, cosa che, a essere sinceri, succede molto poco. Sapevo che era la mia occasione, sapevo tante cose che mi avrebbero potuto portare a un risultato storico. Sapevo come mi avrebbe giocato e sapevo tante cose, che da una parte era un bene, dall’altra, ovviamente, c‘era la tensione del match, del pre partita, l’essere a casa per me, con gli amici, perché sono cresciuto lì. Poi, è successo quello che è successo".

 

Anche la tua vigilia fu tormentata, o eri sereno?

"Ricordo che ero sereno, il resto della famiglia era ad Arma di Taggia e sono venuti a Monte-Carlo e negli ultimi due giorni, dopo la colazione, andavamo sul terrazzo e portavamo del pane per i gabbiani. È un ricordo bello, nel senso che ho salutato Federico (uno dei figli, ndr), gli ho dato un bacino, dicendogli che papà stava andando al tennis e che rientrava portandogli la coppa. Questo è il ricordo che ho di quei due, tre giorni finali del torneo di Monte-Carlo".

 

Cosa vorresti fare da grande?

"Mi sono dedicata, e mi dedico tantissimo alla famiglia- spiega Flavia Pennetta- i bambini crescono, sto ricominciando ad avere anche un po’ di rientro come Flavia la tennista, Flavia persona, Flavia donna. A me piacerebbe molto trasmettere ai giovani quello che ho vissuto. Non parlo di ragazzi molto piccoli, ma già dai 16 anni ai 20 anni, un target d’età dove, secondo me, posso sommare qualcosa. Perché no? Sono molto aperta".

 

Non lo so- ammette Fognini- bisogna anche guardare in faccia alla realtà a 36 anni. Io ho lottato, e lotto, tuttora, non solo per quello che amo fare, ma anche contro il mio fisico che, purtroppo, all’età di 36 anni sta iniziando ad avere delle piccole lacune. Per quello che ha detto Flavia, mi piacerebbe farlo in alcuni modi e già sto cercando di avvicinarmi ad alcuni giovani molto forti che abbiamo tuttora in Italia. Mi piacerebbe dare un po' della mia esperienza, non ripetere gli errori che ho fatto io da piccolo. Col senno di poi, non si va da nessuna parte, però, chissà. Poi, il mio sogno è quello di giocare sei mesi senza un infortunio, per vedere realmente quello che sono ancora capace di dare e di fare. Magari, poi, dopo sei mesi bisogna guardarsi allo specchio e dire che non posso più fare questo sport. Però, al giorno d’oggi sono contento, sono felice".