Garbin: "Ho un tumore raro, le mie giocatrici mi danno forza"
l'intervistaIn una lunga intervista al 'Corriere della Sera', la capitana della Nazionale femminile di tennis ripercorre gli ultimi mesi, tra la diagnosi di un raro tumore, le cure e l'affetto della giocatrici: "Sono come le mie figlie, mi danno forza. Devo essere d'esempio, cerco di riportare tutto a un match di tennis. E' durissima, mi hanno asportato anche la milza, ma le sfide non si scelgono: è una vita che mi preparo per questo"
"Quando mi hanno diagnosticato lo pseudomixoma peritonei, il tumore che origina dall’appendice e che colpisce una persona su un milione, ero pronta: mentalmente e fisicamente. Sono tornata in campo per il match della vita, voglio essere d’esempio per le mie giocatrici". Tathiana Garbin, capitana della Nazionale di tennis femminile che a novembre ha raggiunto la finale di Billie Jean King Cup, ha raccontato in un'intervista al 'Corriere della Sera' gli ultimi mesi, condizionati dalla diagnosi di una rara forma di carcinoma.
"Malattia rara, cerco di riportare tutto a un match di tennis"
"La mia è una malattia molto rara: non posso pensare che il fato non giochi un ruolo. Il mio sport mi aiuta tanto. Anche a livello mentale: cerco di riportare tutto a un match di tennis. Però il dolore inenarrabile del sondino inserito da sveglia e la perdita secca di dieci chili di peso non hanno paragoni. Ho guardato in loop le immagini delle mie ragazze in campo: Supertennis mi ha mandato un file video che ho consumato. L’importante è volersi bene, non perdere mai la speranza".
"Le ragazze della Nazionale sono come le mie figlie"
"Vorrei riprendermi la mia vita, quello che ho sempre amato, ciò che ho sempre voluto fare. Ho toccato con mano la mia forza: non immaginavo di contenerne in quantità da poterne dare agli altri. Sono ben più resiliente di quanto non pensassi. Sento di voler regalare le mie esperienze, voglio mettermi al servizio. Le ragazze della Nazionale sono venute a trovarmi a Pisa con una nostra foto incorniciata: non ho smesso di guardarla un attimo. Siamo cresciute insieme, negli anni sono diventate le mie figlie, la mia famiglia itinerante".
"Mi hanno tolto anche la milza, ma le sfide non le scegliamo noi"
"Mi hanno tolto anche la milza e non ho gli anticorpi che il mio fisico dovrebbe produrre. Sono state settimane difficilissime, un percorso pieno di dolore ma può succedere: asportato il peritoneo, le aderenze a livello intestinale possono occludere l’intestino. Alla fine riesco sempre a uscirne in piedi. È una vita che mi preparo per una sfida così grande. Ma le sfide non le scegliamo, arrivano: bisogna essere pronti ad affrontarle. Aver giocato a tennis ad alto livello, e averlo insegnato (trasferire agli altri è un passaggio fondamentale), ha avuto un ruolo importante in questa vicenda".