Sabalenka vince gli US Open: Pegula ko in due set

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Sabalenka conquista il terzo Slam in carriera battendo Pegula con un doppio 7-5 in poco meno di due ore di gioco. Una partita di alti e bassi per entrambe, risolta dalla bielorussa dopo aver rischiato di perdere il secondo parziale. Domenica alle 20 la finale maschile Sinner-Fritz, in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport 4K e in streaming su NOW

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È Aryna Sabalenka la nuova regina degli US Open. Per la prima volta campionessa a New York, la bielorussa ha battuto in finale a Flushing Meadows la statunitense Jessica Pegula, n. 6 al mondo, con un doppio 7-5 in poco meno di due ore di gioco. Una partita dettata dalla tensione da una parte e dall'altra, gestita meglio da Sabalenka che alla lunga, nonostante gli alti e bassi (34 errori forzati e 40 vincenti), ha vinto i punti più importanti, conquistando così il terzo Slam in carriera, il secondo stagionale dopo gli Australian Open. 

Il racconto della finale

La partenza è ottima di Pegula che approccia bene l'incontro in risposta e al terzo game strappa il servizio a Sabalenka. La bielorussa, partita contratta, reagisce con tante variazioni e potenza dei colpi trovando una serie di cinque giochi consecutivi. Avanti 5-3, Sabalenka serve per il set, ma accusa la tensione: tre errori non forzati e un doppio fallo. Controbreak Pegula e tutto da rifare. Il set sembra destinato al tiebreak, ma nel dodicesimo gioco arriva il nuovo break di Sabalenka che chiude il set alla quinta chance. Sulla scia dell'ottima chiusura del parziale, la n. 2 al mondo parte forte nel secondo set con un break e la chance del potenziale 4-0. Da qui, però, il nuovo passaggio a vuoto con la serie di cinque giochi consecutivi per Pegula. Rispetto al primo set il copione si ripete a parti inverse: la statunitense serve per il set, ma perde il servizio. Un passaggio fatale perché da quel momento Sabalenka trova la freddezza per chiudere e diventare la prima donna a conquistare US Open e Australian Open nella stessa stagione da Angelique Kerber nel 2016.

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