Il Nicola Pietrangeli che solo in pochi hanno conosciuto

Dalla postazione sul Centrale di Wimbledon a quella incastonata nello scenario incantevole del Country Club Montecarlo. Tra i privilegi delle telecronache di tennis in giro per il mondo c'è stato anche quello di trovarmi in coppia, in postazione commento, accanto a un mito come Nicola Pietrangeli. Una sensazione unica. Avevo il tennis seduto accanto, un viaggio a ritroso intrigante. Da brividi. Una memoria storica capace di raccontare aneddoti e retroscena dei suoi match giocati contro altri campioni che spesso lui stesso portava in postazione commento durante le nostre telecronache. Una volta portò nella nostra postazione commento nel tempio sacro di Wimbledon una leggenda come Rod Laver, a Montecarlo veniva spesso a trovarci Manolo Santana. In ogni caso, anche se eravamo in diretta dal Country Club per commentare le partite di Federer, Nadal o Djokovic, approfittavo sempre nelle pause ai cambi di campo per chiedere a Nicola qualcosa di Laver, Hoad, Rosewall, Emerson, Trabert, Fraser o Santana. Solo per citare i campioni che si è trovato di fronte. Un tennis diverso da quello di oggi, ma senza memoria storica non si riuscirebbe a comprendere fino in fondo quello che vediamo nel presente. Lo spettacolo di oggi è possibile perché queste leggende hanno seminato e fatto crescere il tennis che successivamente sarebbe diventato professionistico. Anche per tutti i suoi racconti, ringrazierò sempre Nicola per aver arricchito le mie conoscenze professionali. Il Dio del tennis aveva dato a Nicola un braccio d'oro e anche il fisico di una roccia. Resistente anche alle lunghe distanze. Lui diceva perché giocava tanto anche a calcetto. Diceva di averlo inventato lui alla Canottieri Lazio, levando i paletti e la rete del campo, mettendo due porte e sfidandosi cinque contro cinque. Fu anche tentato di dedicarsi solo al calcio, ma con il tennis ha capito presto che poteva divertirsi, vincere tanto e guadagnare di più. Così avvenne, battendo anche uno dei più forti giocatori di tutti i tempi come Rod Laver. Era il 1961. Nicola perse 8-6 il primo set, ma poi dominò 6-1 6-1 6-1. Accadde agli Internazionali d'Italia, quell'anno disputati sulla terra rossa di Torino. Fu il suo secondo trionfo, visto che in precedenza si era imposto anche su Beppe Merlo nel 1957 a Roma. È stato il primo italiano a vincere uno Slam e anche l'unico azzurro a vincere due volte il Roland Garros nel 1959 e '60. In quegli anni era il numero 1 al mondo sulla terra rossa. Dominava. Compresi tre titoli a Montecarlo e i due agli Internazionali d'Italia. Il fascino del campione, la personalità forte, amatissimo anche dal pubblico femminile. Un primato mondiale quasi impossibile da battere in Coppa Davis. In grado di giocare più match di tutti, 164 tra singolo e doppio, e vincere più partite di tutti, 120. Il caso Pinochet e IL RAPPORTO CON PANATTA L'esperienza e l'autorevolezza messa da capitano anche nel trionfo del '76 in Cile, dove vigeva il regime sanguinoso di Pinochet. Affrontando con decisione il caso politico e gestendo le diverse personalità forti dentro la squadra. È stato meraviglioso che Pietrangeli e Panatta, da capitano e giocatore, abbiano vinto la Davis dopo il passaggio del testimone nel 1970. Era la finale dei campionati assoluti di Bologna. Adriano aveva vent'anni, Nicola trentasette. Il giovane talento contro il campione pieno di trofei e gloria. Nicola servì per match sul 5-4 al quarto set e poi andò avanti 4-1 al quinto prima di consegnare il titolo al nuovo e più giovane campione del tennis italiano. Nicola era pronto però per altre sfide e poteva mettersi a disposizione da capitano per trionfare 6 anni dopo in Cile. Pietrangeli era la storia che ho avuto l'onore di avere accanto in tante telecronache e tanti racconti in cui potevi solo imparare tanto da lui. Il carisma e l'aura del campione vero. Doti che non lo hanno mai abbandonato. Mattatore anche quel giorno in cui ci invitò per la festa dei suoi 90 anni. Ancora con lo spirito del giovane pieno di energia. Nel Gotha dei miti dello sport italiano lo hanno già accolto tra gli applausi in Paradiso. Buon viaggio e grazie di cuore grande Nick.

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Il Nicola Pietrangeli che solo in pochi hanno conosciuto

Angelo Mangiante