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NBA Finals, Kerr fuori in gara-1 contro Cleveland

NBA

Coach Steve Kerr lo ha confermato a margine dell’allenamento di ieri: “Mi sento pronto, ma non tornerò subito a seguire la squadra in panchina”

All’allenamento dei Golden State Warriors per una volta il grande assente non era Steve Kerr, ma il suo sostituto. Mike Brown infatti ha saltato la sessione di allenamento in palestra a causa di un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato un’insalata che evidentemente non era delle migliori. “Ho detto alla squadra che la buona notizia è che tutti i giocatori sono davvero in forma. La cattiva è che il coaching staff sta perdendo pezzi uno alla volta”, sorride coach Kerr, ormai tornato in pianta stabile a prendere parte alle sedute d’allenamento. Dopo il riacutizzarsi dei problemi alla schiena che lo tormentano, la situazione è in netto miglioramento. “Mi sento pronto, ma non tornerò subito ad a seguire la squadra in panchina – prosegue l’ex giocatore di Bulls e Spurs -.Sento ancora gli effetti di tutte le cure e di tutto quello che ho subito”. La sua impronta sulla squadra che sta dominando questi playoff si vede, nonostante i successi che gli Warriors stanno accumulando nelle ultime settimane non andranno ad arricchire il suo curriculum, proprio come accaduto la scorsa stagione con Luke Walton. Questo però, sembra essere davvero l’ultimo dei problemi: “Non sono ancora a posto; me ne rendo conto perché dopo aver allenato tutte le 82 partite di regular season mi sentivo bene. Spesso ero in difficoltà e provavo dolore, ma era ancora sopportabile. Era qualcosa con cui potevo convivere. Nelle prime due partite contro Portland invece, le cose sono peggiorate di molto”.

"Senza me in panchina, i ragazzi hanno un record di 108-2"

Dopo la vittoria per 110-81 in gara-2 contro Lillard e compagni, preludio di un prevedibile 4-0, coach Kerr è stato costretto ad alzare bandiera bianca: “Basta guardare come stavo durante il quarto periodo di quella sfida - racconta mentre Steph Curry e Kevin Durant continuano a giocherellare alle sue spalle in attesa che i reporter svuotino la palestra -, non riuscivo a restare seduto in panchina. Era davvero troppo da sopportare. Per questo motivo adesso rispetto a quei momenti sento di stare meglio. Riesco a stare qui a parlare con voi, ma di certo non mi definireste felice e contento guardandomi in faccia”. Intossicazione alimentare a parte, il protagonista nelle ultime dieci sfide è diventato Mike Brown, uno dei tanti ex delle prossime Finals e soprattutto assistente allenatore chiamato a ricoprire un ruolo non semplice: quello di sapersi imporre e rendersi credibile agli occhi della squadra, senza interrompere il continuo dialogo con Kerr. “Prendo parte agli allenamenti, scrivo di continuo a Mike e partecipo anche ai meeting tattici, ma non sono a bordo campo al loro fianco durante il match. Per questo il suo compito è quello di prendere decisioni in quel contesto. È la sua squadra a tutti gli effetti, ma Mike tiene sempre in considerazione i consigli che gli arrivano da dietro le quinte. Non è facile per lui, ma visti i risultati, è evidente che sta facendo un grande lavoro. Ormai è diventata una costante durante il mio periodo d’assenza; la squadra avrà un record di 108-2 senza di me”, conclude scherzando Kerr. Vincente o meno però, Steph Curry e compagni non vedono l'ora che questo periodo travagliato finisca. E che il loro coach riesca a sedersi nuovamente in panchina.