Federer e l'ossessione per il 18esimo Slam

Tennis

Elena Pero

Roger Federer domenica andrà a caccia del suo 18°Slam in carriera (Getty)

Nonostante i 35 anni, Roger Federer ha voluto continuare a giocare per coronare il sogno di conquistare il 18esimo Slam nella sua immensa e gloriosa carriera. Un sogno che potrebbe diventare realtà domenica sul campo degli Australian Open

Anche se non siamo ancora alla fine, per quella bisogna aspettare domenica, alla fine aveva ragione lui. Cioè Roger Federer. Sei mesi fuori per infortunio dopo la semifinale a Wimbledon. Rientro agonistico in uno Slam, lunga distanza del 3/5. Nell’estate australiana. A 35 anni suonati. Un’imprudenza, un azzardo, una follia. Inutile negarlo, l’abbiamo pensato tutti.

Una finale voluta a tutti i costi
- E invece, no aveva ragione lui. E la 28esima finale Major se l’è guadagnata: tre turni facili, ma anche tre vittorie di prestigio. Prima Berdych e poi due volte al quinto set, contro due primi 5: Nishikori e Wawrinka. Lo scherzetto comporta un acciacco a una gamba, ma, l’ha detto, a costo di non camminare più per 5 mesi, domenica in finale darà tutto. Perché neppure nei suoi sogni più selvaggi si era visto in campo la seconda domenica di Melbourne.

Il sogno - Eppure è il sogno dello Slam #18 che lo ha incollato al tennis per tutti questi anni. Dal luglio 2012, Wimbledon, Federer ha evidentemente inseguito qualcosa che ha sempre ritenuto più concreto di un sogno. Per tre volte da allora è stato fermato in finale, ma la passione è ancora la stessa di quasi 14 anni fa, nel momento del suo primo trionfo a Championships. La longevità di Federer ha dell’incredibile, ma non si spiega solo con il braccio benedetto. C’è lo scrupolo, la professionalità con cui ha avuto cura del suo fisico e amministrato le forze.

Calma e sangue freddo
- ‘Lascia andare i colpi, rilassati’, si è detto Roger all’inizio del quinto con Wawrinka. Avesse perso con Berdych, sarebbe uscito dai primo 30 del mondo. Se vincerà il torneo rientrerà tra i primi 10. Ma questi sono dettagli, numeri. Quello che conta è il sogno.