E' la "Partita del secolo": Italia-Germania 4-3, dei Mondiali messicani 1970, è l'emblema delle partite che non finiscono al 90'. Fu per i supplementari, infatti, che entrò nella storia e nella leggenda -

Nel basket, l'esempio più fulgido della partita che non finisce mai è la sfida per l'oro olimpico fra Usa e Urss a Monaco 1972. 50-49 per gli americani a tre secondi dalla sirena. Ma quei tre secondi durarono tre lunghissimi minuti... -

11 ore e 5' di gioco in tre giorni: Isner-Mahut, a Wimbledon 2010, fu una interminabile ed epica sfida del primo turno. Finì 6-4, 3-6, 6-7 (7-9), 7-6 (7-3), 70-68 per Isner, dopo una maratona infinita -

Per anni, poi, le gare di volley erano l'esempio più classico di partite potenzialmente infinite: quando esisteva il cambio-palla, prima dell'avvento del rally point system, si sapeva quando si iniziava, mai quando si finiva... -

Tornando al calcio, ci sono partite per le quali non sono sufficienti nemmeno i supplementari a stabilire un vincitore. 9 luglio 2006: ricordi, Trezeguet?

Michael Schumacher, nel 2006, aveva annunciato il ritiro dal mondo della Formula 1. Poi, nel 2009, è tornato. Poche settimane fa, ha annunciato il secondo ritiro. Sarà quello definitivo? -

Michael Jordan, mito Nba, si ritirò… tre volte: nel 1993, quando si diede mestamente al baseball per tornare nei Bulls due anni dopo, e nel 1998. Tornò nel 2001, con i Washington Wizards, e rimase sino al 2003 -

Anche Pelé ha più volte fatto retromarcia dopo essersi ritirato. Dopo l'addio al Santos, eccolo tornare a New York, nei Cosmos: tre anni glamour, assieme a tante altre vecchie glorie rientranti -

E che dire di Dan Peterson, che a 75 primavere tornò a bordo parquet per guidare l'Olimpia Milano 23 anni dopo l'ultima volta da coach? -

E ci sono, infine, quelli che troppo in fretta vengono dati per finiti. Roberto Baggio fa a parte a pieno titolo della categoria. Rinacque dopo l'infortunio di Firenze, dopo essere stato lasciato dall'Inter, quindi a Brescia...