La Partita del Secolo: Italia-Germania 4-3 fu 39 anni fa
CalcioEra il 17 giugno 1970, Mondiali in Messico: tutto il Paese si fermò, ipnotizzato davanti alla tivù in bianco e nero per quella che ancora si chiamava Coppa Rimet. Rivera, Mazzola, Schnellinger: dimenticare è impossibile. IL VIDEO
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Accadde oggi, 39 anni fa, che l'Italia di notte si fermò. Ipnotizzata davanti alla tivù in bianco e nero, non più solo una misteriosa scatola di lusso: 30 milioni di spettatori per il Mondiale che si chiamava ancora Coppa Rimet.
C'era Italia-Gemania 4-3, la partita del secolo, quello già concluso, tuttavia la più epica di sempre. L'adrenalina attraversò l'Oceano, e questo sì fu eccezionale: era mezzanotte e l'Italia era ancora sveglia, tanto da scendere per strada per la prima grande festa popolare per una partita di calcio, tra chi venticinque anni prima era stato alleato e poi nemico.
C'erano state così tante polemiche sull'Italia di Ferruccio Valcareggi, fin lì per nulla convincente: meglio Sandro Mazzola, interista, oppure Gianni Rivera milanista e pallone d'oro nel '69? Fu un interrogativo nazionale. Della Germania si celebrava invece l'impresa d'aver battuto ai supplementari l'Inghilterra campione, di aver stravinto nel girone. Fu tutto oltre le aspettative.
Tutto iniziò dal gol di Schnellinger, due minuti dopo il 90', fu lì che si annullò il vantaggio che l'Italia aveva cercato di conservare fino alla noia. I supplementari e il gol di Burgnich, difensore, il suo secondo e ultimo in nazionale su sessantasei partite. Eccezionale fu ciò che accadde poi: sul 3-3 ci vollero undici passaggi per il gol di Rivera, era stato l'escluso. Tanto ci fu da celebrare, da festeggiare, da ricordare.
Quell'Italia che in finale non ci arrivava da oltre trent'anni, per una notte non più solo l'Italietta, quella dei pizzaioli emigranti nella Germania di Gerd Muller, centravanti del Bayern Monaco. Là dove oggi c'è il centravanti della nostra nazionale, Luca Toni. Per quella notte i messicani estasiati dall'agonismo appesero una targa allo stadio Azteca, la partida del siglo: 39 anni sono pochi per dimenticarla.
Accadde oggi, 39 anni fa, che l'Italia di notte si fermò. Ipnotizzata davanti alla tivù in bianco e nero, non più solo una misteriosa scatola di lusso: 30 milioni di spettatori per il Mondiale che si chiamava ancora Coppa Rimet.
C'era Italia-Gemania 4-3, la partita del secolo, quello già concluso, tuttavia la più epica di sempre. L'adrenalina attraversò l'Oceano, e questo sì fu eccezionale: era mezzanotte e l'Italia era ancora sveglia, tanto da scendere per strada per la prima grande festa popolare per una partita di calcio, tra chi venticinque anni prima era stato alleato e poi nemico.
C'erano state così tante polemiche sull'Italia di Ferruccio Valcareggi, fin lì per nulla convincente: meglio Sandro Mazzola, interista, oppure Gianni Rivera milanista e pallone d'oro nel '69? Fu un interrogativo nazionale. Della Germania si celebrava invece l'impresa d'aver battuto ai supplementari l'Inghilterra campione, di aver stravinto nel girone. Fu tutto oltre le aspettative.
Tutto iniziò dal gol di Schnellinger, due minuti dopo il 90', fu lì che si annullò il vantaggio che l'Italia aveva cercato di conservare fino alla noia. I supplementari e il gol di Burgnich, difensore, il suo secondo e ultimo in nazionale su sessantasei partite. Eccezionale fu ciò che accadde poi: sul 3-3 ci vollero undici passaggi per il gol di Rivera, era stato l'escluso. Tanto ci fu da celebrare, da festeggiare, da ricordare.
Quell'Italia che in finale non ci arrivava da oltre trent'anni, per una notte non più solo l'Italietta, quella dei pizzaioli emigranti nella Germania di Gerd Muller, centravanti del Bayern Monaco. Là dove oggi c'è il centravanti della nostra nazionale, Luca Toni. Per quella notte i messicani estasiati dall'agonismo appesero una targa allo stadio Azteca, la partida del siglo: 39 anni sono pochi per dimenticarla.