
Comincia con il Par 3 Contest il primo Major della stagione. Dalla leggenda della green jacket all’abbigliamento del caddie, ecco venti storie del torneo che da oltre 80 anni esalta il mondo del golf. La diretta esclusiva dal 6 aprile su Sky Sport 2 dalle 21

1. Come a Wimbledon, il dress code è importantissimo ad Augusta. L’abbigliamento dei caddie, ad esempio, è uniforme da sempre: per l’occasione, infatti, sono obbligati a indossare una tuta bianca e un berretto verde. Nel 2014, Carolina Wozniacki fece scalpore con i suoi capelli rosso fuoco durante il Par 3 Contest del suo fidanzato di allora, Rory McIlroy -
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2. Il vincitore dell’Augusta Masters riceve, oltre al premio in denaro (comunicato ai giocatori solo durante l’ultima giornata), una giacca verde che gli viene consegnata durante la cerimonia di premiazione dal campione uscente. Il vincitore potrà tenerla con sé per tutto l’anno, riportandola al Club in occasione del Masters successivo. Attenzione però, perché avrà anche il diritto di poterla utilizzare ogni volta che tornerà ad Augusta –
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3. La prima edizione dell’Augusta Masters si disputò nel 1934. Come da tradizione, il torneo si gioca durante la prima settimana di aprile. È l’unico Major che si disputa fin dalla prima edizione sullo stesso campo e si gioca ogni anno all’Augusta National Golf Club, in Georgia (USA), in uno dei più esclusivi club del mondo -
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4. Il 23 ottobre 1983, l’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, giocò un giro all’Augusta National come ospite del suo Segretario di Stato, George Schultz. In quello stesso giorno, Charles Harris sfondò il cancello d’ingresso col suo furgone e, armato di pistola, prese in ostaggio alcuni dipendenti del Club, minacciando di aprire il fuoco se non gli avessero concesso udienza con Reagan. Dopo due ore di grande tensione, alcuni agenti della Cia riuscirono a fermarlo, evitando una tragedia –
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5. Il giocatore ad aver vinto il maggior numero di Masters in carriera è Jack Nicklaus, l’uomo dei record con 18 Majors conquistati, di cui 6 ad Augusta, l’ultimo nel 1986, all’età di 46 anni -
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6. Uno dei passaggi fondamentali è l’Amen Corner, termine coniato dal giornalista di Sports Illustrated Herbert Warren Wind nel 1958. Generalmente conosciuto per le buche 11,12 e 13 nella loro interezza, l’Amen Corner è invece rappresentato dalla seconda metà della buca 11, dalla 12 e dalla prima metà della 13. L’italiano Costantino Rocca entrò nel 1997 nella storia dell’Amen Corner, segnando birdie, birdie ed eagle, quarto di sempre a riuscire nell’impresa. –
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7. La giacca verde come divisa ufficiale dei soci del Club è stata istituita nel 1937 ed è diventata uno dei simboli del torneo. I soci del circolo devono comprarla e indossarla durante la disputa del Masters per farsi riconoscere dagli ospiti. La giacca ha un petto solo ed è a 3 bottoni; il tessuto è di lana tropicale e poliestere, il colore esatto è il “Masters Green” ed è adornata dal logo del circolo vicino alla tasca sinistra e nei bottoni -
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8. Dopo essersi gravemente ammalato, all’età di 83 anni, il co-fondatore dell’Augusta National, il magnate Clifford Roberts, scelse di togliersi la vita sulle rive dell’Ike’s Pond (un laghetto sul percorso par 3 che amava), con un colpo di pistola alla testa (Foto sito Masters) -
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9. Oltre alla giacca verde, il vincitore del Masters diventa socio del circolo e ha l’esenzione a vita. Coloro che hanno conquistato il Major possono partecipare al torneo finché ne hanno voglia e ricevono inoltre la riproduzione in argento della club house e una medaglia d’oro -
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10. Il campione in carica del Masters propone il menù per la mitica Champions Dinner, il giovedì sera, al termine del primo giro del torneo. Gli altri commensali, fortunatamente, non sono costretti ad adeguarsi al menù e hanno libero arbitrio nelle scelte. Quando nel 1988, Sandy Lile scelse l’haggis, tipico piatto scozzese a base di interiora di pecora, Jack Nicklaus commentò: “L’importante è che piaccia a lui…” -
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11. Gli spettatori, conosciuti anche come patron, devono rispettare regole molto rigide. Accedere come pubblico al Masters è quasi impossibile: gli ambitissimi e costosi accessi sono di proprietà familiare e vengono opzionati di anno in anno. L’unica possibilità di vedere i propri idoli è nei giri di prova… -
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12. Nel 2010, all’età di 16 anni, 11 mesi e 20 giorni Matteo Manassero diventò il più giovane golfista a disputare il Masters. Il primato fu battuto nell’edizione del 2013 dal dilettante cinese Tianlang Guan, che all’epoca aveva solo 14 anni, 5 mesi e 17 giorni –
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13. I trofei del Masters sono, fin dal 1954, sempre gli stessi e tutti di pregiato cristallo. Per chi realizza il miglior giro c’è un vaso, per la buca in un solo colpo è riservata una boccia mentre per gli eagles il premio è di due bicchieri -
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14. Durante il Masters non sono presenti marchi pubblicitari di alcun tipo. Quando i camion delle bibite, della birra, gelati e snack arrivano all’Augusta National, le confezioni dei loro prodotti vengono sostituite e marchiate con il logo “The Masters” -
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15. Magnolia Lane è la storica via di accesso che dal cancello d’ingresso porta fino alla club house. I 61 alberi giganti di magnolia che si vedono lungo i 300 metri del viale risalgono al 1850 -
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16. L’edizione del 2010 fu storica per i colori italiani perché ben 3 giocatori parteciparono al Masters: Edoardo Molinari, Francesco Molinari e Matteo Manassero. Edoardo e Francesco Molinari furono invitati grazie alla loro posizione fra i primi 50 del Ranking Mondiale, mentre Manassero venne chiamato per il trionfo nel British Amateur Championship dell’anno precedente -
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17. Nel disegno originale ad opera dell’architetto Alister MacKenzie, il percorso prevedeva una 19esima buca, lunga 90 metri, chiamata “Lascia o Raddoppia” e pensata per rendere più imprevedibili ed eccitanti le scommesse dei giocatori -
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18. La quota di affiliazione originale dell’Augusta National era di 350 dollari negli anni Trenta, che equivalgono a 4217 dollari odierni –
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19. La Champions Gallery, all’ingresso della club house, presenta i ritratti di tutti i vincitori, da Arnold Palmer a Tiger Woods, fino all’ultimo trionfatore Danny Willett. Da segnalare anche il busto di bronzo di Dwight Eisenhower, l’unico presidente degli Usa che è stato socio dell’Augusta National -
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20. Pur avendo contribuito al disegno del percorso, Bobby Jones dimostrò di non trovarsi mai pienamente a suo agio sui green dell’Augusta National. Giocò 11 volte il Masters, facendo registrare come miglior piazzamento un 13esimo posto nell’anno del debutto (1934) –
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