PGA Tour, Molinari non riparte: "C'è il problema dei viaggi e della quarantena"

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La quarantena obbligatoria e le restrizioni sugli spostamenti costringono Francesco Molinari a saltare la ripresa del PGA Tour, in programma l'11 giugno in Texas: "E' troppo complicato per chi ha una famiglia. E' un periodo di riflessione, il problema dei viaggi condiziona i giocatori europei. Speriamo la situazione migliori con il tempo". La data del ritorno sul green del campione azzurro resta un'incognita

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Il PGA Tour di golf, in programma l'11 giugno in Texas, ripartirà senza uno dei big europei più attesi: l'azzurro Francesco Molinari. "Non ci sarò - spiega, da Londra, il campione torinese in un'intervista all'ANSA -. La quarantena obbligatoria di 14 giorni prima negli Stati Uniti e poi una volta rientrati, rende tutto molto complicato per chi, come me, ha una famiglia". Tra i golfisti del Vecchio continente che si ritroveranno tra meno di un mese a Fort Worth, per il Charles Schwab Challenge, primo evento (rigorosamente a porte chiuse) del massimo circuito americano dopo lo stop per l'emergenza coronavirus, all'appello mancheranno, tra gli altri, anche Tommy Fleetwood (numero 10 mondiale) e Lee Westwood che, come l'azzurro, vivono in Gran Bretagna. "Noi golfisti europei - rivela ancora il piemontese - potremmo viaggiare con un visto speciale del PGA Tour, i nostri cari no. Per il momento questa non è una opzione da prendere in considerazione, ora è un periodo di riflessione". Per 'Laser Frankie', vincitore dell'Open Championship nel 2018, il ritorno sul green resta dunque un'incognita perché, se è vero "che il golf è tra gli sport più sicuri, in quanto può garantire il giusto distanziamento sociale, adesso il problema principale è rappresentato proprio dai viaggi. Speriamo che la situazione possa sbloccarsi presto e che la pandemia migliori".

PGA Tour, sul green McIlroy, Koepka e Reed

Il PGA Tour potrà comunque contare sulla presenza di star come Rory McIlroy (n.1 mondiale, nordirlandese che vive però negli Stati Uniti), gli statunitensi Brooks Koepka, Dustin Johnson e Patrick Reed. Mentre la PGA of America continua a prendere tempo circa le decisioni da assumere per la Ryder Cup 2020 (25-27 nel Wisconsin), tra l'ipotesi porte chiuse e il rinvio al 2021 della competizione a causa del Coronavirus, a rimetterci saranno anche e soprattutto i giocatori continentali con figli e mogli. Perché acconsentire a un isolamento di 14 giorni una volta arrivati in America e una quarantena di altre 2 settimane una volta rientrati nei paesi di origine o residenza (per Molinari, Londra), significherebbe stare troppo tempo lontani dai propri cari. Più facile la situazione dell'inglese Matthew Fitzpatrick, single e senza figli, che ha deciso di affittare una casa in Florida almeno fino ad agosto, limitando così i problemi, che invece saranno chiamati ad affrontare tanti campioni come Molinari, anche in vista di appuntamenti clou come la Ryder Cup, con chance di qualificazione ridotte.