Termina con un successo il Mondiale della Serbia, che chiude così al quinto posto una manifestazione in cui sperava di arrivare ben più in alto. I ragazzi di coach Djordjevic (in scadenza di contratto e secondo molti all’ultima gara sulla panchina della Nazionale) vincono grazie al solito chirurgico Bogdan Bogdanovic da 31 punti segnati
SPAGNA CAMPIONE DEL MONDO, ARGENTINA KO
LA FRANCIA RIMONTA E SI PRENDE IL BRONZO
TEAM USA VINCE E CHIUDE SETTIMO: PEGGIOR PIAZZAMENTO DI SEMPRE
Serbia-Repubblica Ceca 90-81, il tabellino
SERBIA: Bircevic 1, Bjelica 3, Bogdanovic 31, Guduric 3, Jokic 7, Jovic 12, Lucic 5, Marjanovic 3, Micic 0, Milutinov 14, Raduljica 7, Simonovic 4
REPUBBLICA CECA: Auda 16, Balvin 12, Bohacik 6, Hruban 9, Kriz 2, Palyza 3, Peterka 14, Pumprla 4, Satoransky 13, Schilb 0, Sirina 2, Vyoral 0
Una partita che poteva diventare una beffa. Dopo 20 minuti il tabellone luminoso diceva: Serbia 41 – Repubblica Ceca 50. Un’altra figuraccia, l’ultima di un Mondiale in cui una corazzata come quella balcanica ha visto le proprie certezze sbriciolarsi in tre giorni contro Spagna e Argentina. Battere la Serbia è stato in questa competizione un vero e proprio pass per andarsi a prendere la finale. Nell’ultimo match però l’orgoglio è venuto fuori nella ripresa, coronata con una terza frazione da 28-12 che ha sostanzialmente chiuso il discorso contro una positiva Repubblica Ceca. Una vittoria di Pirro per la Serbia, che sognava medaglie e si ritrova a stringere un quinto posto dal sapore di sconfitta. Coach Djordjevic è il primo a saperlo, consapevole che quella contro Satoransky e compagni potrebbe essere stata la sua ultima partita sulla panchina della nazionale. A regalargli un sorriso ci ha pensato il solito Bogdano Bogdanovic, come al solito maestoso e letale in una gara da 31 punti con 10/17 al tiro, e un celestiale 7/12 dalla lunga distanza. Quello del giocatore dei Kings è stato a tutti gli effetti un Mondiale da MVP: 26 punti di media, raccolti con il 53% dall’arco su oltre nove tentativi a gara. Una macchina da canestri che non è bastata alla Serbia per andare a medaglia. Un'altra grande selezione costretta a passare per il purgatorio del preolimpico, a caccia dell'opportunità di prendere parte alle sfide di Tokyo 2020. L'ItalBasket è avvisata: il prossimo giugno ci sarà da combattere.