Bianchini a Casa Sky Sport: "Wright visse l'apartheid. Roma scoprì il basket nel 1983"

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L'ex allenatore campione d'Italia con Cantù, Roma e Pesaro è stato ospite di Casa Sky Sport: "Larry Wright? Ha vissuto l'apartheid, fu il trascinatore dello scudetto del Banco". L'amicizia con il premier albanese Edi Rama, la rivalità con Dan Peterson, i ricordi dello scudetto del 1983 con la Virtus Roma: tutti gli aneddoti del 'Vate' Bianchini

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Valerio Bianchini è stato ospite di Casa Sky Sport. L'ex tecnico scudettato con Cantù, Roma e Pesaro, ha ricordato con affetto lo scudetto del 1983 vinto con il Banco di Roma, il primo e unico nella storia del club capitolino: "Nel 1983 i romani scoprirono la pallacanestro - ha spiegato il coach -. Lo scudetto che arrivò finalmente al Sud, ruppe un incantesimo. Come battemmo quella Milano in finale? Evitammo la marcatura a uomo su Wright e riuscimmo a vincere. Era una squadra che due anni prima era in A2, nessuno pensava potesse vincere lo scudetto. Fu il gruppo dei romani, unito a un fuoriclasse come Wright, a trascinare quella squadra".  Quella squadra vinse anche la Coppa dei Campioni nel 1984, trascinata da un campione come Larry Wright: "Visse l'apartheid in Louisiana, aveva sofferto per tutto questo e aveva capito che per avere successo poteva essere o un musicista oppure un giocatore - ha detto -. Fu cresciuto dalla nonna, che gli diede grandi impulsi: una volta si trovò una montagna di piatti da lavare, ma preferì andare a giocare. Io lo seguii, con grande orgoglio volle rappresentare una città come Roma che nel basket non aveva mai eccelso". Poi un messaggio del Premier albanese Edi Rama, che conobbe Bianchini ai tempi in cui il coach allenava Pesaro e sfidò una squadra di Tirana: "Fu un'esperienza straordinaria, quando lo conobbi era l'interprete messo a disposizione della Scavolini - ha ricordato il coach-. Era un artista, sognava di varcare l'Adriatico. Ho ancora un suo quadro e dopo pochi anni me lo ritrovai sindaco di Tirana e ora Premier. Ci siamo rivisti anni dopo per una vacanza: ho capito lì che era un grande leader". 

 

 

Bianchini: "Che belle le polemiche con Peterson"

Bianchini racconta la rivalità decennale con un mito come Dan Peterson: "Dan Peterson arrivò nel 1975 alla Virtus - ha detto -. Pensavamo che non avesse successo, come gli altri coach arrivati dall'America, ma era una persona straordinaria, con una capacità unica di comunicare e una grande conoscenza della pallacanestro. Ci siamo sempre scontrati, io partivo in svantaggio perché ho sempre allenato squadre che inseguivano le sue e così ho pensato di stuzzicarlo un po'. Ci divertivamo a fare un po' di polemica, poi il passaggio a Cantù, dove avevo a disposizioni grandi giocatori per poterlo fronteggiare, accese ancora di più la miccia".