Dudek ricorda Mourinho: "Al Real Madrid fu uno psicologo dopo il 5-0 contro il Barcellona"

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L'ex portiere Jerzy Dudek, conosciuto come colui che riuscì a ipnotizzare il Milan dal dischetto nella finale di Champions a Istanbul, rivela un dettaglio molto curioso: ecco come reagì lo Special One alla batosta contro il Barcellona del suo Real Madrid

DUDEK: "ECCO COME NACQUE IL BALLETTO AI RIGORI IN FINALE DI CHAMPIONS"

Parole da psicologo. L’ex portiere Jerzy Dudek, che tutti ricordiamo come il portiere del Liverpool che riuscì a stregare i rigoristi del Milan nella finale di Champions 2005 a Istanbul, ha rivelato un episodio niente male su José Mourinho. Risale al periodo in cui faceva parte dei portieri del Real Madrid (tra il 2007 e il 2011). In particolare il 29 novembre 2010 i Blancos subirono una delle peggiori sconfitte della propria storia: il 5-0 nel Clasico contro il Barcellona. In un’intervista a Metro, Dudek spiegò come l’allenatore portoghese riuscì a gestire una sconfitta che avrebbe potuto abbattere totalmente il gruppo dal punto di vista psicologico. "Ricordo - ha spiegato l’ex portiere - che al termine della partita, il caos nello spogliatoio totale. Alcuni piangevano, altri urlavano, altri guardavano per terra”. Poi entrò Mourinho, di cui tutti attendevano le parole: "So che è un momento difficile, sicuramente è la sconfitta più pesante della vostra carriera. Quegli altri sono contenti come se avessero vinto la Liga, ma hanno solo vinto una partita. Siamo solo all’inizio, il campionato è lungo".

L’episodio non rimase senza seguito. Perché, il giorno seguente, prima che cominciasse l’allenamento, Mourinho disse ai suoi: "Vi chiedo di non restare a casa. Uscite con le vostre famiglie o gli amici a camminare per la città. Insegnate a tutti - continuò da vero motivatore - come si superano momenti così. Si parlerà tanto di questa sconfitta, ma voi camminate testa alta. Da adesso in poi lotteremo per vincere la Liga". Un episodio negativo, che ha lasciato tanto a Dudek: "Grazie a quelle parole superammo lo shock per la sconfitta in fretta. In quel momento ho capito quanto è importante la psicologia nello sport".