I Citizens pongono fine, dopo 14 turni, all'imbattibilità dei londinesi. Nel primo tempo uno-due con la rete di Gabriel Jesus e il rigore di Gundogan. Eriksen la riapre, ma nella seconda frazione di gioco ci pensa Sterling a mettere il sigillo sulla vittoria. Lo United ora è a -16, deve far punti contro il WBA per non consegnare aritmeticamente il titolo ai cugini
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TOTTENHAM-MANCHESTER CITY 1-3
22' Gabriel Jesus (MC), 25' rig. Gundogan (MC), 42' Eriksen (T), 72' Sterling
Tottenham (4-2-3-1): Lloris; Trippier, Sanchez, Vertonghen, Davies; Dier, Dembelé (74' Lucas Moura); Lamela (64' Son), Eriksen, Alli (84' Sissoko); Kane.
Manchester City (4-3-3): Ederson; Walker, Kompany, Laporte, Delph; De Bruyne (89' Yaya Touré), Gundogan, David Silva; Sané (64' Otamendi), Gabriel Jesus (76' Bernardo Silva), Sterling.
Guardiola sente ormai profumo di vittoria. Il Manchester City sbanca infatti 3-1 Wembley e si prepara a festeggiare il quinto titolo della propria storia il prossimo weekend o già domani in caso di sconfitta dello United contro il West Bromwich, ultimo in classifica. Nettamente al di sotto dei propri standard la prova del Tottenham, imbattuto prima di oggi da 14 giornate in Premier League. La formazione di Manchester merita senza ombra di dubbio il successo finale, dopo essere stata in controllo del match fin dall’inizio. Dopo il palo immediato di Sané, è Gabriel Jesus a realizzare il vantaggio, raddoppiato subito dal rigore di Gundogan (fallo avvenuto leggermente fuori area). Gli Spurs si svegliano negli ultimi minuti del primo tempo e accorciano le distanze con Eriksen, ma incassano il definitivo 3-1 nell’ultimo quarta di gara, con il gol sotto porta di Sterling, protagonista di almeno altre tre nitide occasioni nella ripresa. I ragazzi di Pochettino mantengono comunque un vantaggio rassicurante di 7 lunghezze sul Chelsea, con una partita in meno rispetto alla formazione di Conte.
Uno-due Citizens: prima Gabriel Jesus, poi Gundogan su rigore
Pochettino scende in campo con una novità: Lamela viene preferito a Son, travolgente quest’anno a Wembley. Sulla linea difensiva invece viene confermato Trippier per Aurier, con Kane a guidare l’attacco. Guardiola invece opta per Laporte al fianco di Kompany, con Delph e Walker sugli esterni. In fase offensiva non c’è l’infortunato Aguero e la scelta ricade quindi obbligatoriamente su Gabriel Jesus, mentre Gundogan agisce, con caratteristiche diverse, nel ruolo di vice Fernandinho, oggi squalificato. Bastano 180 secondi per assistere alla prima emozione del match. Sanè, tutto solo in area, tira al volo col mancino e la prende leggermente d’esterno colpendo in pieno il palo. La clamorosa chance carica ulteriormente la capolista, reduce da 3 sconfitte consecutive, e a ispirare è sempre David Silva. Su un suo tocco di prima nasce infatti la seconda opportunità, ma il destro di Sterling termina a lato di poco. Il pressing aumenta e ci prova anche De Bruyne con una botta violentissima, fuori di almeno un paio di metri. Il Tottenham gioca troppo lungo e dà vita facile agli avversari. È così che nasce il vantaggio del City: Kompany ha spazio per impostare, verticalizza con un lungo lancio per Gabriel Jesus e il centravanti brasiliano, scattato sul filo del fuorigioco alle spalle di un pessimo Sanchez, trafigge Lloris e porta avanti i suoi nel punteggio. Passano due minuti e il difensore, arrivato dall’Ajax per 40 milioni, si lascia scappare Sterling che serve Jesus al centro e subisce contemporaneamente il fallo del portiere francese. Il contrasto avviene qualche centimetro fuori dall’area di rigore, ma l’arbitro non se ne accorge e assegna il penalty. Dal dischetto Gundogan spiazza Lloris e mette momenteamente in ghiaccio il risultato.
Speranza Eriksen
Allo scoccare della mezz’ora arriva finalmente il primo tentativo degli Spurs, con un sinistro velenoso di Lamela che si spegne però sul fondo. La squadra di Guardiola non vuole dare modo ai londinesi di rimettersi in partita e costruisce un’altra occasione con David Silva che trova la respinta di Lloris sul suo mancino da circa 25 metri. La formazione di Pochettino riesce gradualmente a scrollarsi di dosso le paure e prova a mettere in difficoltà il Manchester. Le linee di passaggio sono quasi tutte coperte, ma al 42’, all’improvviso, il Tottenham riapre la partita. Bellissimo il filtrante di Kane per Eriksen, Laporte si butta disperatamente in scivolata ma il suo tocco carambola sul ginocchio del danese e beffa Ederson. Il gol galvanizza i padroni di casa che mettono alle corde il City negli ultimi istanti del primo tempo. Non basta però a equilibrare la situazione prima del duplice fischio dell’arbitro.
Sterling firma il tris
La rete in chiusura di primo tempo ha evidentemente sbloccato qualcosa perché il City esce dagli spogliatoi molto più intimorito. Forse paga ancora la rimonta subita settimana scorsa nel derby, ma la gara in avvio di ripresa è nettamente più equilibrata. Il Tottenham però non è nelle giornate migliori e lo fa vedere quando è il momento di finalizzare. Per il primo quarto d’ora abbondante lasciano quindi inoperoso Ederson. A rendersi pericolosa è invece nuovamente la squadra di Guardiola in un’azione simile a quella del vantaggio. Gabriel Jesus, sorprende nuovamente alle spalle Sanchez, ma questa volta il mancino è pessimo e termina lontano dalla porta. Pochettino si gioca la carta Son al posto di Lamela, mentre l’allenatore catalano si copre e inserisce Otamendi per Sané. Il difensore colombiano degli Spurs continua la sua partita disastrosa e perde di vista anche Sterling che, su una respinta corta di Lloris, salta con una finta il portiere e Vertonghen, ma quest’ultimo con un guizzo salva i suoi in scivolata. La rete però è nell’aria è arriva al 72’. A realizzarlo è proprio l’esterno ex Liverpool che, su azione d’angolo, ribatte in gol l’iniziale parata dell’estremo difensore francese e riporta avanti di due reti i Citizens.
Il Tottenham non c’è più e rischia di subire anche il poker ancora ad opera di Sterling che, lanciato solo verso la porta da un meraviglioso assist di De Bruyne, arriva a corto di fiato e spara a lato. Nei padroni di casa c’è spazio anche per Lucas e Sissoko, ma è il danese Eriksen l’ultimo ad arrendersi dei suoi, con due tentativi dalla distanza che Ederson neutralizza. Sono le ultime emozioni di una partita bellissima che per il Manchester City può essere quella della definitiva vittoria del campionato.