Manchester United, Mourinho in panchina a Stamford Bridge contro il Chelsea: "Mi controllerò"

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Dopo essere stato rinviato a giudizio dalla FA per gli insulti davanti alle telecamere nei minuti successivi alla vittoria in rimonta dei Red Devils contro il Newcastle, lo Special One ha avuto una proroga che gli consentirà di guidare i suoi a Stamford Bridge, il suo ex stadio, contro i Blues di Maurizio Sarri: "Rispetterò sempre quelli che sono stati i miei tifosi, quindi cercherò di controllarmi"

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Quegli insulti in portoghese rivolti alla telecamera che lo riprendeva dopo l’incredibile vittoria in rimonta del suo Manchester United contro il Newcastle nell’ultimo turno di Premier League, potevano costare veramente cari a José Mourinho. L’allenatore portoghese ha rischiato di saltare per squalifica non una sfida qualunque, ma il match contro la sua ex squadra, il Chelsea. Lo Special One, infatti, era stato rinviato a giudizio dalla Football Association, che gli aveva dato tempo fino al 19 ottobre per presentare la sua difesa. Una proroga concessa sempre dalla FA, però, permetterà a Mourinho di sedere in panchina a Stamford Bridge: l’allenatore dello United dovrà presentare le sue difese entro mercoledì 24 ottobre e guiderà quindi i Red Devils nel suo vecchio stadio nella partita in programma sabato 20 ottobre alle 13:30.

Squalifica, no comment. Rispetto per i tifosi Blues

Poche parole per lo Special One sulla questione squalifica, Mourinho si è soffermato soprattutto sull’atteggiamento da mantenere a Stamford Bridge, dove è rimasto un idolo dopo aver permesso al Chelsea di trionfare tre volte in Premier League in cinque stagioni. "Se ho risposto alla FA? Sì, l’ho fatto – ha esordito Mou ai microfoni di Sky Sports -, ma non voglio commentare questa cosa. Se parlassi di ciò probabilmente avrei un altro processo, quindi preferisco dare una non risposta. Come mi comporterò a Stamford Bridge? Darò il 100% per il Manchester United, ma non esulterei come un pazzo per un gol o per la vittoria della mia squadra. Io non la penso così. Cercherò sempre di controllarmi e di rispettare lo stadio e quelli che sono stati i miei tifosi per tanti anni. Per fare il contrario dovrei perdere il controllo emotivo. Io penserò sempre a dove sono, in quale stadio mi trovo e quale pubblico mi osserva. Ma a parte questo, per me è solo una partita e io voglio fare bene per la mia squadra, per i miei giocatori e per i miei tifosi. In questo momento è questo ciò che voglio".