Ligue 1, l'arbitro Chapron sospeso per tre mesi per il tackle durante Nantes-Psg

Calcio

Il fischietto francese, protagonista dell'"entrata" su Diego Carlos durante il match dello scorso gennaio tra Nantes e PSG, è stato giudicato dalla Commissione Disciplinare della Ligue 1: tre mesi di sospensione, più altri tre con la condizionale

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Tre mesi di sospensione, più altri tre con la condizionale. La Commissione Disciplinare della Ligue 1 non è stata tenera con Tony Chapron, l'arbitro diventato famoso per l'incredibile tackle ai danni del giocatore del Nantes Diego Carlos (che lo aveva accidentalmente sgambettato e che poi è stato anche espulso dallo stesso Chapron), durante il match dello scorso 14 gennaio contro il Paris Saint-Germain (vinto dai parigini 2-1). Dopo essere stato sospeso all'indomani della gara, Chapron è stato giudicato nella serata di giovedì dalla Commissione Disciplinare della Ligue 1. Chapron potrà dunque riprendere ad arbitrare per qualche partita tra tre mesi, sebbene abbia già annunciato che alla fine di questa stagione porrà fine alla sua carriera. L'arbitro francese potrà rivolgersi, per un eventuale appello, alla commissione superiore d'appello della Federazione Francese.

Diego Carlos lo ha già perdonato

"Non credevo a ciò che stava succedendo, ero indignato. Accetto comunque il suo perdono e spero che torni ad arbitrare", aveva detto il calciatore a 'El Partidazo' della rete COPE. "Sono rimasto immobile come una statua, l’ho guardato e gli ho chiesto: ‘Che cosa hai fatto? Non riesco a capire, puoi spiegarmelo?’ E quando ha tirato fuori il cartellino rosso, sono rimasto più sorpreso che indignato. Sono rimasto paralizzato e ho continuato a pensare: "Questo non può accadere. È la prima volta che mi capita'. Chapron si è scusato attraverso i social network e attraverso il club - aveva proseguito Diego Carlos - il Nantes mi ha chiamato per dirmi che si era scusato, che aveva riconosciuto di aver commesso un errore con il secondo giallo. Sono molto felice e lo ringrazio anche per aver riconosciuto il suo errore. Accetto il suo perdono perché ha rivisto il suo errore più tardi, anche se è molto difficile perdonare qualcuno in una situazione del genere. Lo perdono perché mancava un minuto alla fine della partita, ma se mi avesse espulso per esempio nel primo tempo non avrei avuto il modo di perdonare una situazione del genere. Spero che la situazione si risolva nel migliore dei modi, non posso giudicare perché parliamo di una carriera, di un lavoro, di una persona che sicuramente sarà un padre di famiglia. Ho la testa in ordine e la mia coscienza è pulita, spero che anche l’arbitro possa ordinare la sua testa e avere più pazienza la prossima volta".