Van Gaal: "Solskjaer? Mette il pullman davanti alla porta. Champions, tifo City"

Calcio

L’allenatore olandese, oggi in pensione, ha parlato a 360° ai microfoni della BBC. Dai retroscena sul suo esonero allo United alla Champions: "Spero vinca il City, perché gioca il calcio migliore". Poi una frecciatina a Solskjaer: "Gioca con il pullman davanti alla porta, proprio come Mourinho". Infine la spiegazione sulla lite con Di Maria

VAN GAAL DICE ADDIO AL CALCIO: "DEVO STARE CON MIA MOGLIE"

MOU: “FINALE CHAMPIONS JUVE-BARCELLONA”

Sessantasette anni, ma la forza è quella di un ragazzino. Louis Van Gaal non allenerà più, perché la sua intenzione adesso è di restare accanto alla famiglia. Una carriera strepitosa, terminata con i due anni sulla panchina dello United: "Anche se avrei dovuto accettare il Tottenham. A Manchester c’era una squadra vecchia, che avrei dovuto rivoluzionare. Forse ho fatto la scelta sbagliata, ma ho sempre seguito il mio cuore. Avevo lavorato nella società più forte in Olanda, in Germania e in Spagna. Volevo farlo anche in Inghilterra". Lo ha detto lui stesso ai microfoni della BBC. Un'intervista fiume, tanti i temi toccati. Una caratteristica immutabile: la sincerità: "Quante persone nel mondo del calcio dicono la verità come faccio io? Per questo sono ancora così amato. E questa è la mia vittoria più bella". Il pensiero poi torna indietro nel tempo, a quando lo United lo fece fuori alla fine della stagione 2015/2016: "La società sapeva che quella sarebbe stata la mia ultima esperienza - ha svelato - per questo sono arrabbiato per il modo in cui mi ha trattato. Nel mio primo anno ci siamo qualificati alla Champions, nel secondo ho vinto l’FA Cup. Capisco che abbia scelto Mourinho, è un allenatore che ha vinto molto più di me. Non capisco però come si faccia a contattare il mio successore senza dirmi nulla in sei mesi. Ogni volta dovevo andare in conferenza stampa e inventarmi qualcosa. Vincere un trofeo con il cappio al collo da parte dei media è stata la mia impresa più grande".

"Solskjaer? Parcheggia il bus"

Il discorso scivola poi sul momento attuale dei Red Devils. Con Ole Gunnar Solskjaer è tornato il sereno, ma Van Gaal non è in vena di complimenti: “La gente pensa che abbiamo avuto solo notizie false da quando Donald Trump è diventato presidente. Nel calcio ce l'abbiamo da 50 anni – ha scherzato – Mourinho giocava con il bus davanti alla porta. Il suo successore sta facendo lo stesso. L’unica differenza tra Mourinho e Solskjaer è che Solskjaer sta vincendo. Poi quest’ultimo è stato bravo a cambiare la posizione di Pogba. Ma il modo in cui il Manchester United gioca ora non è il modo in cui ha giocato Ferguson, è un calcio difensivo e da contropiede. Se ti piace, ti piace. Se pensi che sia più eccitante del mio, ok. Non è il mio pensiero. E’ molto importante che il Manchester United si qualifichi per la Champions League, ma possono anche vincerla perché giocano un calcio difensivo ed è molto difficile batterli. Il che, che ti piaccia o no, è il risultato del lavoro di Mourinho”. Van Gaal è andato in pensione, nonostante dal 2016 ad oggi di offerte ne abbia ricevute: “Alcune erano anche di altissimo livello – ha raccontato – soprattutto da Germania, Spagna, Stati Uniti, Messico e Argentina. Ho avuto grossi dubbi due volte. In entrambi i casi ho chiesto a mia moglie Truus, ma lei ha detto di no. Volevo il Feyenoord, perché lei è una loro fan. Ma io sono un uomo coerente”.

"Champions? Spero vinca il City"

Dalla Premier alla Champions. Sono rimaste in otto e Van Gaal ha le idee chiarissime: “La gente pensa che il Barcellona sia la squadra migliore ma non è così: Manchester City e Liverpool sono più forti e il Liverpool è ancora più forte del City. Nella mia filosofia, la squadra migliore deve vincere. Ma in questo caso spero ci riesca il City, perché gioca il calcio migliore”. Conclusione sul tema giovani. L’allenatore olandese ne ha fatti esordire tanti, da Seedorf a Puyol, passando per Xavi, Iniesta e tanti altri: “Ho letto che secondo Mourinho l’ho fatto solo per necessità. No, non è vero. Ho creato la necessità. Un sacco di allenatori, come Mourinho, non danno mai ai giovani una possibilità. Solskjaer li fa giocare 10 minuti, ma questa non è una possibilità. Una possibilità è una partita intera. Quando una squadra ha troppa esperienza, non è un fattore positivo. C’è sempre bisogno di immaginazione e non si puà fare a meno degli stimoli di un giovane. Se non sei disposto a fidarti dei giovani, allora non sei adatto per diventare un allenatore”.

Il rapporto con Di Maria

In chiusura Van Gaal ha parlato anche del rapporto con Angel Di Maria, che di recente lo aveva attaccato per lo scarso rendimento avuto nell'anno trascorso insieme al Manchester United. L'esterno argentino, ai microfoni di ESPN, aveva spiegato come i problemi fossero nati dopo una lite dovuta ai continui richiami e ai rimproveri davanti a tutti di Van Gaal, il quale contestava al giocatore di perdere troppi palloni. L'allenatore olandese, da parte sua, ha dato la sua versione dei fatti: "Di Maria continua a dire che è un problema mio - ha chiarito Van Gaal -, ma io l'ho fatto giocare in ogni posizione offensiva e questo lo potete anche controllare. Lui non mi ha mai convinto, in nessuna posizione. Non è riuscito ad adattarsi alla Premier League, non riusciva a gestire la pressione continua sul portatore di palla che c'è in quel campionato. Il suo problema è stato quello".