Arbitro aggredito a Roma, inizia il processo

Calcio

L'11 novembre scorso l'arbitro Bernardini rischiò la morte dopo essere stato colpito e dopo aver battuto la testa in seguito all'aggressione subita in un incontro di seconda categoria alla periferia di Roma. Nelle prossime ore inizierà il processo che vede imputato Simone Di Pio, portiere di riserva della Virtus Olympia, attualmente agli arresti domiciliari

PICCHIATO ARBITRO A ROMA, L’AIA: “NIENTE ARBITRI NEL LAZIO PER UNA SETTIMANA”

ARBITRO AGGREDITO, LA MADRE: "SAPEVO CHE SAREBBE SUCCESSO"

Inizierà nelle prossime ore il processo agli aggressori di Riccardo Bernardini, l'arbitro picchiato l'11 novembre scorso durante una gara di seconda categoria alla periferia di Roma. Bernardini, colpito due volte, cadde a terra battendo la testa e rischiò la morte (tutt'ora l'ematoma non è completamente assorbito e lo costringe a sostenere controlli periodici). L'imputato è proprio il presunto responsabile del secondo colpo, riconosciuto dallo stesso Bernardini: si tratta di Simone Di Pio, portiere di riserva 34enne della Virtus Olympia, la squadra padrona di casa.

Di Pio, ai domiciliari da gennaio, dovrà rispondere di lesioni gravissime aggravate dai futili motivi (oltre allo scavalcamento della recinzione) e se ritenuto colpevole rischia fino a 10 anni di carcere. In interrogatorio ha respinto le accuse ricevute. Bernardini si costituirà parte civile, assistito dall'avvocato Prioreschi, già legale di Luciano Moggi, e con la consulenza medico legale del professor Dino Tancredi, il medico che effettuò l'autopsia sul corpo di Stefano Cucchi.

La fidanzata di Bernardini, presente sul posto, ha dichiarato di aver visto l'imputato scavalcare la recinzione, mentre altri testimoni lo hanno indicato come uno dei più esagitati e minacciosi ("t'ammazzo", avrebbe urlato all'arbitro).

Il giudice ha incriminato per favoreggiamento anche tutti quelli che hanno deposto in favore di Di Pio, dopo aver verificato i contatti telefonici con il presunto aggressore subito dopo il fatto. I legali di Bernardini hanno trasmesso il capo di accusa a Figc e Aia, ma al momento è poco probabile che i due organismi vogliano a loro volta costituirsi parte civile.