L’attaccante svedese, a margine della presentazione della sua statua a Malmoe, ha rilasciato un’intervista a Sky Sport: "Sarei pronto a tornare in Italia, potrei far meglio di quelli che ci sono adesso. Ora punto a far bene nei playoff di MLS, poi si vedrà"
L’importanza che Zlatan Ibrahimovic ha per il calcio mondiale ma soprattutto in Svezia è stata confermata dalla realizzazione di una statua a Malmoe, la sua città natale. La statua è alta oltre tre metri e verrà collocata all’esterno dell’impianto che ospita le partite della squadra locale. Raggiunto da Alessandro Alciato, Ibrahimovic ha rilasciato un’intervista a Sky Sport.
Con due Ibrahimovic il mondo è un posto migliore, peggiore o più pericoloso?
"Migliore e più pericoloso sicuro. Un originale è uno che vive per sempre, ma con Ibra si fa sempre tutto il contrario: non seguo le regole degli altri. Sono molto contento e onorato, non sembra reale ma lo è. Ho fatto qualcosa in carriera e significa che ho lasciato una traccia dietro di me che sta lì per sempre e questa è la cosa più bella. Ci sono giocatori che vincono trofei, altri a cui dedicano le statue: io ho vinto trofei e ho anche una statua".
Se ti guardavi indietro vedevi anche Rosengard perché c’era tanta gente che veniva da lì. Tu l’hai raccontato più volte, lo chiamavano “ghetto” ma per te era casa. C’è tanta gente che da oggi ancor di più di prenderà ad esempio, perché passando davanti allo stadio vedrà la statua di Zlatan Ibrahimovic.
"Sicuramente, possono pensare che sia possibile. Se ho potuto fare io tante cose, vuol dire che le possono fare tutti. Non sono più speciale di qualcun altro, siamo tutti uguali e da dove arrivi non è importante. Che non ci si senta i benvenuti non è importante. Basta credere in sé stessi, avere grande voglia e lavorare, poi il successo arriva per tutti in un modo o in un altro".
È vero che hai detto all’artista, tanto per non mettergli pressione, che doveva fare la cosa migliore che aveva fatto finora?
"La più grande possibile, perché non è solo in Svezia che devono ammirare questa statua, ma in tutto il mondo così può essere visibile anche in altri paesi".
Guardando avanti ci sono i playoff della MLS, e poi?
"Poi finirà il contratto a dicembre e cosa succederà oltre quella data non lo so ancora".
Obiettivi a stretto giro?
"Speriamo di vincere. Negli Stati Uniti c’è un altro sistema, funziona in un altro modo e non è solo un campionato ma bisogna entrare nei playoff e lì si vince o si perde, una partita alla volta".
Saresti ancora pronto per la Serie A?
"Al 100%, lo sento da come gioco: faccio ancora la differenza. In Italia e in tutti paesi".
Il ritiro non è un’opzione.
"Vedremo, ci sono tante cose a cui pensare, sia fisicamente che come opportunità. Se posso venire in Italia non vedo il problema, faccio meglio di quanto facciano quelli che ci sono ora. Secondo me la Juventus sta facendo grandi cose, è il simbolo del calcio italiano per la squadra e i calciatori che hanno. Anche l’Inter sta facendo grandi cose con un grande allenatore, stanno spingendo molto. Le altre squadre stanno provando qualcosa ma non sono ancora a livello della Juve e più staccata c’è l’Inter secondo me. Mi dispiace tanto per il Milan, per me deve essere un top club per risultati e per investimenti, con i migliori giocatori del mondo. Ma al momento non è così".
E come si può fare?
"Si devono fare investimenti. Tutto arriva dalla proprietà. Se non si fanno investimenti non si va da nessuna parte: la qualità non è gratis".
Carlo Ancelotti in una recente intervista a Sky ha detto che se Ibrahimovic venisse al Napoli lo allenerebbe molto volentieri.
"Ho un bel rapporto con Carlo, è un grande allenatore ma soprattutto è una grande persona. Ho avuto la fortuna di conoscerlo come uomo e di lavorarci insieme, mi dispiace che sia durato solo un anno, lo avrei voluto il maggior tempo possibile perché stavo vivendo un ottimo periodo della mia carriera e secondo me lo era anche per lui".