#CESENASTORIES, 14^ puntata. Angelini, figlio del Cesena: "Vorrei essere l'allenatore che riporta il club tra i prof"

Calcio

Un'altra vittoria e due gol, la “struzzata di testa” raccontata da Noce e il pronostico di Capellini: “Se segna Casadei mi mangio un gatto”. Poi è Angelini-story: “Sono nato come allenatore del Romagna Centro- club che lo ha chiamato in panchina a giugno e da cui è ripartita la squadra romagnola- e dopo un mese mi sono ritrovato ad allenare il Cesena. Tutto è legato a questa città: è un po’ come se mi avessero partorito”

CESENA STORIES, 13^ PUNTATA

CESENA STORIES, 12^ PUNTATA

Il racconto della quattordicesima puntata di #CesenaStories parte da Jesi, dove il Cesena ha vinto grazie a due nuove firme. Dal gol di Noce, che il difensore siciliano classe 1999 spiega così: “Ho fatto la struzzata di testa”. Poi accade quello che Capellini aveva pronosticato in allenamento: “Se fa gol Casadei mi mangio un gatto”. Chissà se avrà mantenuto la promessa...

 E’ la quarta vittoria di fila per i bianconeri, la terza fuori casa. Un bottino che soddisfa l’allenatore dei romagnoli. Perché Giuseppe Angelini ha il Cesena nel cuore. Cresciuto in bianconero come calciatore, il suo esordio in prima squadra risale alla stagione 1983-84, in Serie B. Con Bruno Bolchi in panchina, nel 1986-1987, contribuisce anche al ritorno dei romagnoli in Serie A. Rimane a Cesena fino al 1988 e colleziona quasi 100 presenze. Poi,  per l’ex centrocampista inizia la carriera da allenatore: nel 2002 parte da Bellaria, ma nella stagione 2009-2010 è già di ritorno a Cesena come vice di Bisoli, giusto il tempo di riportare i bianconeri in Serie A. Quindi Santarcangelo, gli Allievi Nazionali della Juventus e dal 2013, per un quadriennio, il ritorno a “casa” come allenatore della Primavera.

Una nuova (e breve) parentesi al Santarcangelo, ed ecco di nuovo il Cesena.Sono nato come allenatore del Romagna Centro- la squadra che lo ha chiamato in panchina a giugno 2018 e da cui è ripartito il nuovo club- e dopo un mese mi sono ritrovato ad allenare il Cesena. Tutto il mio lavoro è legato a questa città: è un po’ come se mi avessero partorito. Che allenatore sono? Penso di ricordare quello che ero da giocatore. Tutti pensavano che non avessi la cattiveria giusta, invece non era vero: se c’era da fare l’entrata, non mi sono mai tirato indietro. E penso di essere così anche oggi. Il Cesena di oggi è stato costruito facendo una scelta mirata, cercando ragazzi che conoscevamo, guardando oltre all’aspetto professionale, anche quello umano. Gori? Mi assomiglia molto, anche se io parlavo più di lui, ma in campo ha una personalità fuori dal comune. In futuro sentiremo parlare di questo ragazzo”. Dal campo al progetto di una stagione che punta a portare subito fuori la squadra dai Dilettanti. "Per tutti questo è un campionato storico e io vorrei essere l’allenatore che ha riportato il Cesena nei professionisti”.

In una parola, vincere. Anche grazie ad Angelini, un mister che si sente figlio del Cesena.