LA FOTOGALLERY. Quattro come i gol del Real Madrid in casa del Bayern, cui il 64% di possesso non è servito. E quattro come le finali di Champions dell'allenatore emiliano. Tre in più dell’argentino, che però ci arriva dopo 12 partite senza sconfitte
A Lisbona entrerà nel club ristretto che comprende Ferguson e Lippi: quello degli allenatori capaci di andare quattro volte in finale di Champions. È grazie a lui che l'Italia ha ancora chance di trovarsi sul tetto d'Europa -
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Anche sull'altra sponda di Madrid c'è molto del nostro calcio. L'argentino, una vita tra Lazio e Inter, ha stupito tutti trascinando i suoi alla finale di Champions. Un derby unico cui arriva imbattuto, dopo 12 gare europee senza neanche una sconfitta -
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Lui ha ringraziato Ancelotti, dicendo: "È merito suo". Ma di certo c'è che il portoghese sta onorando al meglio il Pallone d'Oro. Con 16 gol stagionali in Europa stacca il record di Messi e Altafini, fermi a 14 -
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Certo, le sue sono esattamente la metà di quelle di Ronaldo. Ma quanto pesano le reti del brasiliano naturalizzato spagnolo! Un bomber capace di prendersi grandi responsabilità. Come quel rigore, pesantissimo, che vale il 2-1 a Stamford Bridge -
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L'altro eroe della magica serata madridista dell'Allianz Arena è senz'altro lo spagnolo. La sua doppietta in avvio di gara ha spianato la strada alla goleada del Real. Ramos è anche l'unico difensore ad aver fatto due reti in una semifinale di Champions -
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Ancor più rivelatore dello splendido lavoro fatto da Ancelotti è questo dato. Che parla di una cooperativa del gol, non di un gruppo di solisti. Cinque assist per Benzema e Di Maria, quattro per Bale e Ronaldo. Niente male -
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La cooperativa del gol se la dovrà vedere, in finale, con una vera e propria saracinesca. Dati alla mano, il belga è il miglior portiere del torneo, con 5 gol presi in 10 apparizioni. Merito suo e della difesa dell'Atletico, 6 reti subite in 12 gare -
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Veniamo ora agli sconfitti. Qui non c'è dubbio: il grande deluso è lo Special One, battuto in casa da un "novellino" come Simeone. Per il portoghese è la sesta sconfitta in una semifinale di Champions, su otto tentativi. Quasi un tabù -
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Sul banco degli imputati, in casa Chelsea c'è soprattutto il portiere australiano. Che, non ce ne voglia, forse è un po' troppo attempato per un appuntamento di quest'importanza. Reattività quasi zero -
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Anche in attacco il Chelsea poteva e doveva fare di più. Il talentuosissimo fantasista belga si vede solo a sprazzi, ma è quasi sempre per terra. Maltrattato oppure un po' troppo leggerino? -
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Tornando a martedì, s'è detto che la disfatta casalinga del Bayern ha segnato la fine e il fallimento del tiki-taka di guardioliana memoria. Sia come sia, non c'è dubbio che incassare quattro gol con il 64% di possesso palla sia un brutto dato -
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Forse non consolerà nessuno, ma il tedesco - perno del gioco della squadra di Guardiola - rimarrà anche a fine manifestazione l'uomo ad aver completato più passaggi. Oltre 1200 in 986 minuti giocati. Cifre mostruose, se si pensa che Modric è fermo a 737 -
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Indicare un solo colpevole è fuorviante. Ma non si può tralasciare il fatto che Ribery, finalista al Pallone d'Oro, abbia segnato l'ultimo gol in Champions il 23 ottobre scorso. Due assist in cinque gare il suo magrissimo bottino negli scontri diretti -
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