Da numero 10 a numero 10. L'ex capitano bianconero commenta il momento della Joya: "È in stato di grazia, ha fatto delle giocate contro l'Atletico che lo dimostrano". E sulla punizione aggiunge: "Gol fenomenale, diverso da quella che segnai io contro i Rangers"
Terzo gol consecutivo tra campionato e Champions, il sesto negli ultimi 26 giorni. Paulo Dybala non si ferma più e, contro l'Atletico Madrid, ha regalato altri tre punti alla Juve, fondamentali per assicurarsi il primo posto nel girone. Una prestazione di grande spessore della Joya, coronata dalla punizione vincente con la quale ha deciso l'1-0 finale. Una crescita imponente - per un giocatore considerato 'in partenza' in estate - che ha catturato anche l'attenzione di Alex Del Piero. Da numero 10 a numero 10, l'ex attaccante bianconero ha commentato il momento vissuto dall'argentino, partendo da due episodi: il primo al 20', caratterizzato da un super controllo al volo dopo un lungo lancio in verticale che consente a Dybala di superare Trippier in uscita. Il secondo dopo la mezz'ora, con l'ex Palermo che lascia Hermoso sul posto grazie a uno splendido colpo di tacco. "Questi due casi dipendono dal tempo di giocata, perché non sono previste - ha spiegato Del Piero, agganciandosi alle iniziali parole di Capello ("Riesce sempre a fermarsi e ripartire, ruba il tempo agli avversari") -. Molte volte servono due tocchi per compiere quella giocata, invece lui con un tocco spiazza il difensore e va via. Non te l’aspetti. Lui fisicamente e mentalmente ha oggi un passo diverso. Oltre a questo, costruisce poi il primo tiro della Juve con una bella triangolazione e cerca la giocata lunga sul secondo palo, che poi non gli riesce. Sono visioni dove esprimi il talento e lui lo sta facendo molto bene. La sua presenza in campo contro l'Atletico è stata totale, continua, senza mai perdere il pallone e creando delle giocate di grande qualità".
Il parallelo sulla punizione
Ad abbattere il muro dei Colchoneros è stata una punizione strepitosa nel recupero del primo tempo. "Il gol è fenomenale perché riesce, da una posizione angolata in cui ha pochissima porta, a tirare molto forte e preciso - ha aggiunto Del Piero -. Credo che, in tutto questo, il portiere può fare di più da quella posizione, però la potenza e la precisione messa in quella punizione, a giro inoltre, non consentono molte volte di reagire in tempo. Ed è quello che è successo a Oblak. La gente davanti non gli ha permesso di vedere bene. In ogni caso devi metterla lì, all’incrocio. C’è pochissimo spazio, passa a lato della barriera, come portiere non pensi mai che possano tirare da lì". Una rete che, a molti, ha ricordato la punizione segnata dallo stesso Del Piero, con la maglia della Juve, contro i Glasgow Rangers (18 ottobre 1995): “Quella fu battuta in altro modo, con due tocchi. Posizione meno angolata e un po’ più lontano - ha concluso l'ex capitano, unendosi al giudizio di Paolo Condò -. Era una punizione più arcuata, questa è stata più di potenza".