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Inter-Barcellona, Mourinho svela come fermò Messi nel 2010. VIDEO

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Tutti ricordano il Triplete interista nel 2010 completato in Champions al Bernabeu, ma non tutti sanno come la squadra di Mourinho fermò Messi nella semifinale d'andata vinta 3-1 contro il Barça. Lo ha raccontato proprio José a The Coaches's Voice, analisi tattica che ripercorre quella straordinaria vittoria. Inter-Barcellona è in diretta alle 21 su Sky Sport Uno Sky Sport 252 e Sky Sport 4K. Disponibile su Sky Go, anche in HD

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Quella gabbia a Messi

Torniamo al 20 aprile 2010 a San Siro, semifinale d'andata di Champions contro il Barcellona vinta 3-1. Pedro porta avanti la formazione di Guardiola, ma la ribaltano Sneijder e Maicon oltre a Milito. Una vittoria straordinaria considerando il valore di una delle squadre più forti di tutti i tempi, ma come la raggiunse l'Inter di Mourinho? "I nostri giocatori occuparono posizioni diverse a seconda dei movimenti dei nostri avversari", ha spiegato José a The Coaches's Voice nella sua analisi tattica della partita. Pedine alla mano, partendo dal suo undici iniziale e dai compiti di Eto'o e Pandev, lo Special One ha analizzato in particolare come aveva fermato il fenomenale Lionel Messi: "Avevamo provato ad anticipare i problemi, ad esempio quando si presentava la situazione tra Leo e Dani Alves in avanzamento sulla destra. In quel caso, le marcature dovevano essere estremamente precise a seconda degli spazi occupati". Si trattò di una "gabbia" su Messi, perché "Zanetti, Motta e Cambiasso erano responsabili della sua marcatura. Il nostro sistema difensivo era basato su un approccio posizionale: dovevamo essere molto compatti per non concedere troppo spazio e al tempo stesso mentalmente forti".

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Dall'espressione di Mourinho, evidentemente la sua tattica aveva funzionato - ©Getty

Come fare male al Barcellona

Era stata "la seconda parte del piano", per dirla alla Mourinho. Inter impegnata in casa e, dunque, obbligata a segnare e vincere: "Fondamentale la transizione, ovvero cosa succede nel momento in cui recuperiamo il pallone. E quindi, anche se non avevamo giocatori in posizione pulita per ricevere, lo spazio dietro ai terzini Dani Alves e Maxwell era decisivo da attaccare. E andava occupato senza paura. Lo ha fatto Maicon, fenomenale quella sera contro Maxwell non così abile nel recuperare la posizione alle sue spalle. A quel punto Piqué e Puyol erano esposti ai nostri attacchi, perché il Barça era fortissimo nelle transizioni nella metà campo avversaria. Ma non a tutto campo. E noi avevamo giocatori velocissimi, con la giusta mentalità e la giusta guida tecnica, che potevano arrivare nella loro trequarti". Ecco spiegato quanto è stata preziosa l’organizzazione in quella partita: "Passavamo da un’attitudine difensiva a una transizione veloce anche con cinque giocatori. E ha funzionato, perché dopo il 3-1 avevamo avuto ulteriori chance per segnare ancora mantenendo il controllo". A testimonianza dell’attitudine di quella squadra, c’è il gol del 2-1 di Maicon: "Avevamo giocatori pronti ad attaccare lo spazio alle spalle dei terzini e pronti ad arrivare in zona gol. Uno di questi sapevo potesse essere Maicon, proiezione offensiva che creava problemi al Barcellona anche a livello di marcature. E il terzo gol di Milito è arrivato in modo simile". Altra partita e altra impresa nel ritorno al Camp Nou, ma la vittoria della Champions passò proprio dalla serata perfetta a San Siro.

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