Arsenal, l'avversario del Milan negli ottavi di Europa League

Europa League
Sarà l'Arsenal di Wenger l'avversario del Milan negli ottavi di finale di Europa League (Foto Getty)

L'urna di Nyon ha riservato l'Arsenal al Milan di Gattuso, tradizione internazionale e novità dal mercato: via Sanchez e Giroud, dentro Mkhitaryan e Aubameyang tuttavia non schierabile in Europa. In ritardo in Premier League, l'esperto Wenger punta in primis sul talento di Oezil. Andata a San Siro l'8 marzo, ritorno il 15 all'Emirates

EUROPA LEAGUE, IL SORTEGGIO DEGLI OTTAVI DI FINALE

MILAN-LUDOGORETS 1-0: IL RACCONTO

Archiviata la pratica Ludogorets, formazione sconfitta in Bulgaria così come nel ritorno a San Siro. Ecco quindi che il Milan targato Gattuso si appresta agli ottavi di finale di Europa League dove affronterà l’Arsenal: così ha deciso l’urna di Nyon, sorteggio duro ma non impossibile per i rossoneri dalla parabola ascendente. Sono 11 le gare utili di fila inanellate tra tutte le competizioni, d’altronde il gruppo è pienamente in corsa sui tre fronti stagionali. Nel mirino l’accesso alla prossima Champions, obiettivo inseguito in campionato così come attraverso il torneo continentale. Tutt’altro che una chimera per un Milan mai così brillante in stagione: i 3 gol consecutivi di Borini vanno a braccetto con il fattore Cutrone (13 centri totali) ma non con l’evanescente André Silva, attaccante a segno solo in Europa ma a secco da tre mesi. Chissà che la doppia sfida contro l’Arsenal non possa sbloccarlo definitivamente.

Come si è qualificato

Leader nel gruppo H davanti a Stella Rossa, Colonia e Bate Borisov, l’Arsenal ha superato lo scoglio dei sedicesimi di finale non senza riserve: successo 3-0 in Svezia contro il modesto Östersunds, vittorioso piuttosto 2-1 all’Emirates contro i Gunners già appagati dal risultato dell’andata. Scivolone a parte, la squadra di Wenger resta una delle squadre più attrezzate dell’Europa League nonostante l’addio di Alexis Sanchez ceduto al Manchester United. Partiti anche Walcott e Giroud, Wenger ha modellato il reparto offensivo con gli innesti di Mkhitaryan e Aubameyang quest’ultimo tuttavia non disponibile per la competizione continentale. Da non trascurare la grana Lacazette, altro attaccante ai box per infortunio, tuttavia i londinesi in ritardo in Premier League (6° posto) inseguono un posto per la prossima Champions attraverso questa Europa League.

L'allenatore

Classe 1949, alsaziano ormai inglese d’adozione, Arsene Wenger non ha bisogno di presentazioni complice un profilo da decano nel calcio europeo. Allenatore dell’Arsenal dal 1996, incarico preceduto dalle esperienze alla guida di Nancy e Monaco tra gli anni ’80 e ’90 fino ad un breve passaggio in Giappone (Nagoya Grampus). I 22 anni alle redini dei Gunners lo rendono il tecnico più longevo e vincente del club, decisamente una leggenda nella storia della società. Sono 17 i titoli conquistati tra scudetti (3) e coppe inglesi, le ultime conquistate pochi mesi fa. Recentemente non sono mancate frizioni con la tifoseria (ricordate il tormentone "Wenger out"?), tuttavia resta il primo riferimento dell’Arsenal per impronta manageriale a 360 gradi.

Precedenti

Sono tre gli incroci tra Milan ed Arsenal nelle competizioni europee a partire dalla Supercoppa UEFA del 1994, trofeo disputato su due incontri: dopo lo 0-0 ad Highbuty, il Milan di Capello s’impose 2-0 con reti di Boban e Massaro. La spuntò invece l’Arsenal negli ottavi di Champions 2007/08 in virtù del 2-0 a San Siro (Fabregas e Adebayor) dopo lo 0-0 maturato in Inghilterra. I rossoneri si vendicarono nel 2012, nuovamente agli ottavi di Champions: clamoroso il 4-0 strappato da Allegri davanti al proprio pubblico, ininfluente lo 0-3 incassato nel secondo atto. Si tratta dell’unica uscita dei Gunners contro le squadre italiane nelle fasi ad eliminazione diretta (8 passaggi del turno su 9). Una curiosità: il Milan non ha mai segnato sul campo dei londinesi.

La stella

Salutato Alexis Sanchez sbarcato alla corte di Mourinho, Wenger non può che ripartire dalla classe di Mesut Özil: tedesco dalla classe innata, forse rivedibile per continuità e corretto approccio mentale, indubbiamente la prima pedina in grado di illuminare il gioco sulla trequarti. L’Arsenal investì 53 milioni per acquistarlo nel 2013, lui che ha vestito in precedenza le maglie di Schalke, Werder e Real Madrid, arrivando a ribadire il suo valore pure in Premier League: 37 gol e 64 assist distribuiti in 185 presenze, numeri che in stagione recitano invece 5 reti e 7 assist complessivi. Campione del mondo nel 2014, gioiello dai ricchi sponsor e tecnica da vendere: è lui il primo pericolo per Gattuso.

In campo

Finalisti nella Coppa UEFA del 2000 vinta dal Galatasaray, l’Arsenal guarda al presente con il doppio confronto contro il Manchester City e un trofeo in palio (Coppa di Lega domenica a Wembley). Wenger convive con le assenze in attacco: detto di Aubameyang non eleggibile in Europa League e Lacazette frenato dall’intervento al ginocchio sinistro fino ad aprile, l’unica punta di ruolo nel 4-2-3-1 di partenza resta Welbeck. I pericoli arrivano piuttosto dalla trequarti con Özil e Mkhitaryan oltre al nigeriano Iwobi, freccia temibile. Un centrocampo di qualità con la presenza di Ramsey e Xhaka senza trascurare Elneny e il ritrovato Wilshere, talento giunto alla piena maturità. Sugli esterni difensivi spingono gli spagnoli Bellerin e Monreal, affidabili al centro l’ex blucerchiato Mustafi e Koscielny. Il portiere di coppa è il colombiano Ospina a discapito del veterano Cech mai utilizzato. Se i Gunners risultano meno convincenti delle ultime stagioni per organico e spessore, le proprietà tecniche non sono assolutamente in discussione. E la tradizione internazionale è ormai di casa all’Emirates, ecco perché l'ottavo contro il Milan promette spettacolo.