Milan-Arsenal sarà anche sfida tra Gattuso e Wenger, quella tra l’esordiente (in un big match europeo) e il veterano. Tante diversità per due carriere in epoche diverse, sia in campo che in panchina. Eppure le similitudini sono molte più di quanto ci si potrebbe attendere
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LE PROBABILI FORMAZIONI DI MILAN-ARSENAL
Grinta e aplomb. Un allenatore in costante trance agonistica contro uno dal viso all’apparenza sempre sereno. Un italiano e un francese. Milan-Arsenal sarà anche Gattuso contro Wenger. La strana coppia che ha più cose in comune di quanto ci si potrebbe aspettare. Perché da una parte c’è un ex centrocampista - Wenger - che ha fatto il calciatore tra il 1973 e il 1981, iniziando ad allenare nell’’84, oltre dieci anni prima che l’altro centrocampista - Gattuso - iniziasse a giocare a Perugia. Per uno che allena da oltre ventidue stagioni la stessa squadra eccone un altro in carica da pochi mesi. E non a caso la sfida in Inghilterra l’hanno dipinta così: il veterano e l’esordiente. Quasi il titolo di un romanzo di formazione.
Così simili
Eppure i tratti in comune tra due giocatori e allenatori di epoche diverse ci sono, nonostante gli oltre 28 anni di età che li separano. Innanzitutto la carriera in panchina, iniziata fin da giovani. Con appena undici giorni a dividerli: Wenger esordisce infatti da allenatore in Ligue 1 col Nancy-Lorraine a 35 anni, 1 mese e 10 giorni di età, mentre Gattuso nel Sion a 35 anni, 1 mese e 21 giorni. Discorso simile anche in Europa. La prima del francese è in Coppa Campioni nel 1988 col Monaco, a 38 anni, 10 mesi e 15 giorni. Gattuso debutta in Europa League col Milan a 39 anni, 10 mesi e 28 giorni. E su questo arriva prima Wenger, ma di poco.
Giovani e gioco
Ma in realtà non sono solo i numeri a legare Gattuso a Wenger e viceversa, perché è anche una questione di filosofia quello che li unisce. In primis la linea giovane, quella che Wenger ha sposato fin dai primi anni della sua carriera e poi per sempre. Fino a raggiungerne probabilmente l’esagerazione. Un Wenger che non si è mai tirato indietro sul mercato, cedendo sempre un top player quando arrivava la grande offerta, per poi puntare di nuovo lì: su giocatori ancora da formare e di grande potenziale. Un concetto non lontano dallo stesso Gattuso, che ha un’età media di squadra inferiore anche a quella dei Gunners. Specie poi guardando ai quei giocatori ormai scelti come titolari: Calabria e Cutrone su tutti. Ma senza dimenticarsi anche di Donnarumma e Romagnoli. Una squadra, giovane, che ha iniziato a girare già da un po’ di tempo nel modo giusto, soprattutto sotto il piano del gioco. Vero, più prevedibile (ma tutt’altro che scontato) aspettarsi da Gattuso una svolta sotto l’aspetto dell’agonismo, meno quel miglioramento qualitativo della squadra. Concetto che è altro punto fermo anche nella carriera di Wenger: il bel gioco, sempre. E calato di rendimento solo nelle ultime stagioni.
Così diversi
Similitudini, ma anche differenze, come ovvio che sia tra un veterano e un esordiente. A fare da solco tra i due c’è innanzitutto il concetto di esperienza, per il quale non sono nemmeno paragonabili. Gattuso a San Siro siederà per la quarta volta sulla panchina del Milan in Europa (dopo Rijeka e il doppio confronto contro il Ludogorets). Wenger sarà invece al gettone numero 235 nel continente (tra cui 188 partite in Champions e 23 tra Coppa Uefa ed Europa League). Un dato sbilanciato in favore del francese, così come lo sono però nel verso opposto i numeri delle due carriere da calciatori. Tre squadre, poco più di 130 partite , e un solo trofeo in bacheca per Wenger: un campionato francese con lo Strasburgo nel 1978-79. Dall’altra parte ci sono invece oltre 500 partite, 13 trofei di cui due scudetti, due Champions League e un Mondiale per Gattuso. Cappotto.
Scontri diretti
Sarà la prima volta che si affronteranno alla pari Gattuso e Wenger, entrambi con lo stesso ruolo. Mai un faccia a faccia da giocatori - ovvio - e nemmeno da allenatori. Solo due gli incroci in passato: l’8 del Milan in campo, il francese in panchina. Due precedenti poco piacevoli per Gattuso: un pari e una sconfitta, nel doppio confronto andata e ritorno negli ottavi di Champions del 2008. I rossoneri erano campioni in carica, ma dopo lo 0-0 di Londra il colpaccio lo fecero a San Siro Fabregas e Adebayor.